Brignone al centro delle polemiche
Non c’entra un cappello, ma una multa

Cinque mesi di sospensione senza retribuzione. E c’entra ancora Francesco Brignone, agente della Polizia locale di Bergamo che era già stato al centro di una controversia amministrativa quando, in occasione dei funerali dello storico presidente dell’Ana Leonardo Caprioli, aveva prestato servizio indossando il cappello degli alpini.

Il vigile ora è stato sospeso nei giorni scorsi dall’Ufficio procedimenti disciplinari di Palafrizzoni a causa di una multa. Non una di quelle rilasciate nello svolgimento delle proprie mansioni, ma quella appioppata a un’altra dipendente comunale alla quale lo stesso Brignone aveva offerto la propria consulenza per il ricorso.

In pratica la sanzione, per aver lasciato l’auto su un’aiuola a Boccaleone, era stata comminata secondo il regolamento di polizia urbana, anziché il codice della strada con una bella differenza di importo: 100 euro invece dei 28,70 euro previsti dallo stesso regolamento. Da qui l’opposizione (con la richiesta di applicare la norma generale), una prima risposta negativa e la decisione di presentarsi di fronte al giudice di pace. «Brignone – si legge nel provvedimento che gli è stato notificato nei giorni scorsi – ha svolto attività in violazione delle norme legislative e regolamentari in materia di incompatibilità allo svolgimento di attività extra-istituzionali, in quanto ha prestato consulenza (benché a titolo gratuito) alla collega già nella fase di stesura del ricorso presentato al Giudice di pace».

«Successivamente – recita ancora il documento – l’ha accompagnata e “assistita” in udienza, ponendosi in concreto e palese conflitto di interessi non generico con l’amministrazione e dando una chiara dimostrazione della volontà di contrastare l’operato dell’ente, in particolare quello del collega agente che aveva emesso il provvedimento sanzionatorio e più in generale di nuocere in ogni modo alla stessa».

Una nuova querelle all’orizzonte? Probabilissimo: «Ho già incaricato il mio avvocato di studiare la pratica – commenta Brignone -. Farò di tutto per oppormi a questa decisione». Il ricorso, insomma, è garantito. Ma l’esito, come al solito, incerto. Tanto per dare l’idea anche quello della collega era stato respinto. Secondo il giudice di pace avrebbe dovuto essere presentato al sindaco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA