«Ci stiamo avvicinando alla zona rossa»
Fontana: dati da tenere sotto controllo

«Secondo i nuovi parametri introdotti dal governo ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa». Lo dice Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, a SkyTg24.

«Mi auguro che questi numeri si invertano» aggiunge Fontana, citando l’indice di contagiosità, l’Rt «passato all’1,24» in Lombardia; ma, precisa, «stiamo peggiorando e la situazione va monitorata e tenuta sotto controllo».

«Spero che l’indice Rt, come i ricoveri in ospedale calino, ma questo è solo un auspicio e, se questo non dovesse essere, questo è il rischio», conclude Fontana che sottolinea: «Mi auguro che questi numeri si invertano» ha aggiunto, ma se non avverrà il rischio della zona rossa è più che concreto. E in questo caso, la zona rossa prevede «la chiusura delle scuole», tutte. «Stiamo peggiorando in tutti i parametri».

La scuola «è sicuramente la questione più grave dal punto di vista sociale. Sicuramente dovremo concentrarci di più» secondo il governatore Fontana. «Noi - ha spiegato a SkyTg24 - abbiamo fatto tutto quanto era stato richiesto dal governo anche in merito al trasporto pubblico locale e saremmo pronti. Avevamo fatto un progetto assolutamente preciso e ben fatto. Purtroppo però - ha aggiunto - l’improvviso peggioramento dei numeri ci ha costretto a cambiare opinione» sulla riapertura «e ciò ci dispiace».

Lunedì nella riunione con il governo si valuterà «se all’interno delle singole zone vanno introdotte nuove restrizioni diverse da quelle che oggi esistono» continua Fontana criticando «l’ondeggiamento fra zone» di colore diverso: «Abbiamo potuto accertare con abbastanza sicurezza che ci sono dei comportamenti che non possiamo più permetterci. L’ondeggiamento fra zone gialle, arancioni e rosse - ha osservato - non porta a una stabilità. Credo che con i nostri tecnici dovremmo concentrarci sull’indivuduazione di quei comportamenti che sono assolutamente da escludere, di quelle attività che sono da non svolgere e ciò consentirebbe forse un comportamento più equilibrato, non così altalenante. «Così si può sapere con alcuni mesi di anticipo - ha concluso - cosa si può fare e cosa no».

Un commento anche sui vaccini: «Dobbiamo avere la certezza di avere le seconde dosi, altrimenti c’è il rischio di avere fatto tutto il ”primo giro” (di somministrazioni, ndr) e poi non avere il vaccino perché siamo arrivati troppo presto, e quindi di dover ripartire da capo» spiega rispondendo alla domanda sui presunti ritardi nella campagna vaccinale regionale contro il coronavirus. «Non è un ritardo, questa non è una gara a chi arriva, prima, anzi, chi arriva prima rischia di ritrovarsi in difficoltà - spiega il governatore lombardo -. Noi abbiamo concluso con il commissario Arcuri un accordo in base al quale dovremmo finire il “primo giro” di vaccinazioni entro il 28 gennaio, ed entro il 28 gennaio noi lo finiremo. Poi dovremo fare il secondo richiamo, e dato che deve essere svolto tra il 19esimo e il 23esimo giorno, dovremo avere la certezza di avere le altre dosi di vaccino». Sulla campagna vaccinale in Lombardia «non c’è un ritardo perché questa non è una gara a chi arriva prima. Anzi, chi arriva prima rischia di trovarsi in difficoltà» secondo il presidente della Lombardia Attilio Fontana.

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