Compie 200 anni ma nessuno la celebra
Storia della bici, che li porta benissimo

Tra le tante celebrazioni ci siamo persi quelli della bicicletta che cadeva proprio nel 2017. Il mezzo ideale per spostarsi nel pianeta che «scoppia». la sua strana storia nei secoli.

Sembra paradossale ma la spinta per inventare e promuovere la bicicletta come mezzo di trasporto avvenne per contrastare un repentino cambiamento meteorologico, non un surriscaldamento globale come quello che stiamo vivendo oggi ma all’opposto un raffreddamento intenso e inaspettato. Nel 1815, infatti vi fu un’eruzione vulcanica talmente potente (il Tambora, in Indonesia, scagliò nell’atmosfera milioni di tonnellate di polvere e cenere per diversi mesi) che in Europa l’anno successivo non vi fu l’estate ma nevicate e gelo a luglio e agosto. Le conseguenze furono molteplici, tra queste anche quella che nei pascoli non crebbe l’erba, il prezzo del foraggio si alzò talmente tanto da provocare una moria eccezionale di cavalli e da qui una crisi dei trasporti soprattutto in Germania. Fu proprio un giovane tedesco, il barone Karl Drais, ad immaginare e poi a costruire un veicolo per rimpiazzare i cavalli: «Invece di quattro zoccoli, due ruote!», stando a quanto ha scritto Hans-Erhard Lessing, professore di storia della tecnica ed esperto delle origini della bicicletta.

Fu così che nel 1817 nacque la draisina o velocipede, fabbricato in legno, che si muoveva grazie alla spinta simultanea o alternata delle due gambe. Drais brevettò la sua invenzione e cominciò a esportare i velocipedi in Francia. Un oggetto che ebbe subito una diffusione amplissima e presto se ne apportarono modifiche sostanziali che hanno portato la bicicletta a quella che vediamo e usiamo noi oggi, sulle strade di tutto il mondo. Un mezzo semplice che non va mai fuori moda e che anche oggi è il miglior antidoto alle nostre città che non respirano più. Auguri, buon compleanno e altri duecento anni di vita salubre e di città sempre più a misura di due ruote.

© RIPRODUZIONE RISERVATA