Dipendenti dei musei, salari sbagliati
La Cgil: «Il Comune intervenga o paghi»

I lavoratori impegnati nell’accoglienza e sorveglianza dei musei civici di Bergamo stanno ricevendo salari più bassi di quanto previsto dal contratto di appalto.

La denuncia arriva dalla Cgil che ora chiede al Comune di intervenire «o chiederemo che l’Amministrazione risponda degli 11 mila euro di differenze retributive non versate ai dipendenti».

Si tratta di cifre da ottocento a duemila ottocento euro di differenze retributive a ciascun lavoratore, tra mancata applicazione del contratto nazionale di riferimento e errori nell’inquadramento dei livelli professionali, in appena nove mesi di attività.

Succede ai lavoratori dei servizi di accoglienza e sorveglianza dei musei civici del Comune di Bergamo, cioè al lavoro per il Museo di Scienze Naturali, il Museo Archeologico, l’Orto Botanico – la Sala Viscontea, il Palazzo della Ragione, l’ex Chiesa della Maddalena, la Sala Galmozzi, Porta Sant’Agostino, la Cannoniera di San Giovanni, quella di San Michele, la Fontana dell’Antro, la Torre del Gombito e l’ex Ateneo di Città Alta.

Si tratta - spiega la Cgil - di dipendenti della Pulservice di Cesena, la società che si è aggiudicata l’appalto circa un anno fa. «Da allora, cioè sin dall’inizio del nuovo appalto, la società ha applicato un contratto che non corrisponde sotto vari aspetti a quanto previsto dal Contratto nazionale Multiservizi che invece veniva espressamente richiesto nel capitolato d’appalto del Comune di Bergamo», spiega Mauro Rossi della Filcams Cgiul.

«Il totale che Pulservice secondo i nostri conteggi dovrebbe ancora versare ai suoi dipendenti ammonta a circa 11.200 euro: se la Srl titolare dell’appalto non lo farà, chiederemo al Comune di Bergamo di pagare a fronte della responsabilità in solido».

I lavoratori si sono rivolti alla Cgil di Bergamo a settembre: il 14 di quel mese la Filcams ha inviato la prima lettera, sia alla società che al Comune, per richiamare tutti alle proprie responsabilità. «A quella prima richiesta Pulservice ha risposto che dalla busta paga di settembre avrebbe applicato il Contratto nazionale corretto. Ma sull’erogazione di arretrati e sulla sistemazione dei corretti livelli di inquadramento nulla è stato fatto», continua Rossi.

Il 28 settembre è stata inviata una nuova lettera, a cui nessuno ha mai risposto. La terza comunicazione e richiesta scritta è partita il 21 novembre. «In quest’ultima lettera abbiamo allegato anche i conteggi precisi di quanto spetta a ciascun lavoratore. Anche in questo caso, nessuna risposta. A questo punto, chiediamo che il Comune risponda ‘in solido’: se non prenderà provvedimenti nei confronti della Puliservice, toccherà all’Amministrazione comunale pagare. Ricorreremo alle vie legali in mancanza di riscontro. Non è possibile andare avanti con un appalto pubblico in cui non si rispetti il capitolato previsto».

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