Indice globale della Fame 2016
Lo presenta il Cesvi: le sue esperienze

Martedì 11 ottobre, dalle ore 11 alle 13, nella sede dell’Ispi (via Clerici 5 a Milano), Cesvi presenta l’Indice Globale della Fame 2016 (Ghi), uno dei principali rapporti internazionali e strumento di misurazione multidimensionale della fame nel mondo.

L’Indice Globale della Fame (#GHI2016), giunto al suo undicesimo anno di pubblicazione, registra lo stato della fame in 118 Paesi e si inserisce nel quadro del nuovo paradigma dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che propone una visione olistica e trasformativa di sviluppo e richiede una collaborazione tra tutti gli attori della società, dai governi alle Nazioni Unite, dalle imprese ai singoli cittadini. Il messaggio di quest’anno, Obiettivo Fame Zero, basato sull’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2, è un’esortazione a «porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile».

L’esperienza concreta di Cesvi in Zimbabwe aiuterà a comprendere cosa rappresenti questa sfida e quali soluzioni vengano proposte. Verrà infatti presentato il caso studio del progetto di Cesvi «Shashe Citrus Orchard», di particolare rilevanza in tema di sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile. Dal 2011 Cesvi, presente in Zimbabwe dal 1998, gestisce insieme alla comunità di Shashe, località al confine con il Sudafrica e il Botswana, un aranceto di oltre 90 ettari: il progetto è riuscito a trasformare una zona desertica, oggi resa quasi improduttiva da El Niño, in opportunità economica per la popolazione locale. I contadini, grazie al supporto di Cesvi, hanno coinvolto aziende locali e autorità pubbliche, per attuare nuove e più redditizie forme di coltivazione in grado di garantire l’accesso al mercato e una gestione sostenibile delle risorse naturali.

Ad aprire i lavori saranno Daniela Bernacchi, amministratore delegato Cesvi, e Loris Palentini, Head of Mission Cesvi Zimbabwe, che presenteranno i dati dell’Indice Globale della Fame 2016 e il caso studio Zimbabwe «Shashe Citrus Orchard». A seguire una tavola rotonda sul ruolo del mondo pubblico e privato nella promozione di un’agricoltura sostenibile e di una crescita inclusiva in Italia e in Europa con l’Ambasciatore Pietro Sebastiani, direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri; Roberto Ridolfi, direttore Sustainable Growth and Development Dept., Europe Aid; Luca Virginio, vicepresidente Barilla Foundation/Chief Communication and External Relations Barilla Group. Modera Luca Mattiucci, giornalista responsabile sezione sociale Corriere.it.

Dal 2008 Cesvi cura l’edizione italiana del Ghi che è edito dall’International Food Policy Research Institute (Ifpri) e da Welthungerhilfe e Concern Worldwide, due partner di Alliance2015, il network europeo di 7 Ong indipendenti di cui Cesvi fa parte dal 2002. Il lancio dell’Indice Globale della Fame 2016 a Milano - in contemporanea mondiale con Washington, Berlino, Bruxelles - ha l’obiettivo di riunire gli attori della cooperazione internazionale (Governo, Unione Europea, aziende, operatori umanitari, media e rappresentanti della società civile) per discutere del contributo dell’Italia e dell’Europa nella lotta alla fame globale nell’ambito dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile verso il 2030.

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