La denuncia social di Lara Magoni
Ma se il nome rimane nella tastiera...

La denuncia social di Lara Magoni (77,50 euro in 3 per mangiar male) ha fatto in breve tempo il giro del web (e pure, meno virtualmente, di Città Alta). E non poteva essere altrimenti: subito si è scatenata la caccia al locale finito nel mirino del consigliere regionale della lista Maroni.

Ipotesi, controipotesi, telefonate incrociate, tutto un sussurro tra la Corsarola e Colle Aperto. Spontanea allora sorge la domanda (e molti l’hanno posta, sui social): «Ma non poteva, già che c’era, fare anche il nome del ristorante che le ha riservato questo trattamento?».

«Nemmeno sotto tortura» ci ha risposto fieramente la Magoni, senza spiegare però i motivi di questa reticenza. Salvo poi dirsi soddisfatta che il messaggio, attraverso il passaparola di Facebook, sia arrivato al suo interlocutore naturale, il ristoratore sgarbato. Peccato, perché con il rifiuto di fare nomi la denuncia perde mordente, e offre l’assist a chi, giustamente, si trova a dover difendere la categoria (di cui la stessa Magoni, tra l’altro, fa parte) da un attacco generico. Insomma, il siluro sganciato ha rischiato di tornare sui suoi passi... Per fortuna che si trattava solo di un pranzo da dimenticare.

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