La Polizia: non aprite quella mail
Nuova ondata di virus spilla-soldi

La Polizia Postale e delle Comunicazioni mette in guardia gli utenti del web da una nuova ondata di attacchi attraverso invio di mail contenenti il noto virus Cryptolocker che blocca il computer chiede un riscatto.

Lo scenario è il seguente: l’ignaro utente riceve sulla propria casella di posta elettronica un messaggio che fornisce indicazioni ingannevoli su presunte spedizioni a suo favore oppure contenente un link o un allegato a nome di Istituti di credito, Aziende, Enti, gestori e fornitori di servizi noti al pubblico.

Cliccando sul link oppure aprendo l’allegato (solitamente un documento in formato pdf o zip), viene iniettato il virus che immediatamente cripta il contenuto delle memorie dei computer, anche di quelli eventualmente collegati in rete. A questo punto, spiega la polizia, si realizza il ricatto dei criminali informatici che richiedono agli utenti, per riaprire i file e rientrare in possesso dei propri documenti, il pagamento di una somma di alcune centinaia di euro in bitcoin a fronte del quale ricevere via e-mail un programma per la decriptazione.

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Pubblicato da Una vita da social su Mercoledì 10 febbraio 2016

A questo punto, sottolinea la Polizia postale, è importante non cedere al ricatto, anche perché non è certo che dopo il pagamento vengano restituiti i file criptati. E per prevenire questi problemi è bene tenere sempre aggiornato il software del proprio computer, munirsi di un buon antivirus, fare sempre un backup, ovvero una copia dei propri file, ma soprattutto fare attenzione alle mail che ci arrivano, specialmente se non attese, evitando di cliccare sui link o di aprire gli allegati.

L’estesa diffusione del fenomeno ha indotto la Polizia postale ad aumentare le misure di prevenzione attraverso ogni strumento utile a garantire la sicurezza di chi naviga in Rete. Ciò ha consentito recentemente alla Polizia di sgominare un’associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo informatico, estorsione on line e riciclaggio degli illeciti proventi realizzati mediante la diffusione del virus in argomento, di cui sono rimaste vittima privati cittadini ma anche aziende, private e pubbliche.

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