Mura venete e Crespi d’Adda sul National Geographic come patrimoni Unesco

Anche i due siti bergamaschi tra gli 11 lombardi protagonisti sulla prestigiosa rivista internazionale letta da 50 milioni di persone.

Gli 11 siti Unesco della Lombardia protagonisti sul «National Geographic». La rivista, pubblicata in moltissimi Paesi del mondo e tradotta in oltre 30 lingue, conta circa 50 milioni di lettori al mese. Il periodico è edito dalla National Geographic Society, una delle più grandi istituzioni scientifiche ed educative non profit al mondo. Tra questi anche le Mura venete fresche di riconoscimento e il villaggio operaio di Crespi d’Adda.

«Esprimo grande soddisfazione - dichiara l’assessore regionale all’Autonomia e Cultura, Stefano Bruno Galli - per il servizio effettuato dalla prestigiosa rivista che esalta lo straordinario patrimonio culturale lombardo riconosciuto dall’Unesco come bene dell’Umanità. Quello del ’National Geographic’ è un vero e proprio invito a intraprendere un viaggio alla scoperta delle 11 meraviglie culturali della Lombardia».

L’esplorazione inizia con Mantova e Sabbioneta, per proseguire con Cremona e il Museo del Violino, Milano con il Cenacolo di Leonardo da Vinci e quindi il «Villaggio operaio» di Crespi d’Adda. In Val Camonica poi, c’è il primo sito riconosciuto dall’Unesco in Italia (1979), il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, dove si trova la Rosa Comuna, simbolo della nostra grande Regione. In provincia di Varese troviamo i fossili di Monte San Giorgio, il Sacro Monte, le Palafitte del lago e l’insediamento longobardo di Castelseprio (riconoscimento condiviso con ’Brescia - Santa Giulia’); per finire con la ferrovia retica del Bernina e le mura veneziane di Bergamo.

«Senza alcun dubbio, la Lombardia - commenta l’assessore Galli - è storia e cultura. E il ’National Geographic’ l’ha riconosciuto ed esaltato con il suo bellissimo articolo, che consideriamo un premio per il nostro lavoro e al nostro impegno per la valorizzazione del patrimonio culturale lombardo. Un patrimonio - conclude Galli - che, oltre le undici realtà raccontate dal ’National Geographic’, complessivamente ammonta a ben 18 riconoscimenti Unesco, tra patrimonio materiale e immateriale, uomo e biosfera e città creative».

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