Per colf e badanti i primi aiuti economici
Sindacati e datori aprono «CassaColf»

C’è uno spiraglio per le 10.000 badanti bergamasche «in chiaro», ovvero registrate e titolari di un contratto regolare, e delle 2.000 che si ritiene possano trovarsi senza lavoro, sempre per colpa dell’epidemia in atto.

C’è uno spiraglio per le 10.000 badanti bergamasche «in chiaro», ovvero registrate e titolari di un contratto regolare, e delle 2.000 che si ritiene possano trovarsi senza lavoro, sempre per colpa dell’epidemia in atto. In attesa del varo del prossimo Decreto Legge che disponga misure ad hoc di supporto agli 860mila lavoratori regolari del comparto dei servizi esclusi dal sostegno al reddito disposto dal Cura Italia, scende infatti in campo la bilateralità.

Le parti sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore, Filmcans Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf e le associazioni datoriali di settore Fidaldo e Domina, con grande senso di responsabilità, hanno convenuto di rispondere ai numerosi bisogni del comparto con prestazioni sanitarie integrative legate all’emergenza Covid-19 con uno stanziamento pari a 6 milioni di euro erogate attraverso la cassa di assistenza sanitaria integrativa di settore Cassa Colf con decorrenza dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020. Beneficiari delle prestazioni sono tutte le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla bilateralità di settore.

I dettagli dell’offerta sanitaria saranno pubblicati a breve sul sito web della cassa sanitaria www.cassacolf.it e tradotti in diverse lingue per rispondere alla multiculturalità presente nel comparto dove la componente italiana rappresenta solo il 28,6% con una forte presenza di lavoratori stranieri e immigrati.

In aggiunta a quanto messo a disposizione a titolo di indennità Covid-2019 mediante la convenzione con Unisalute, Cassa Colf erogherà un’ulteriore indennità di 40 euro per massimo 14 giorni ai lavoratori che hanno figli minorenni conviventi, e lo stesso importo anche a chi è assoggettato a regime di isolamento domiciliare e rimborserà le spese sostenute per l’acquisto di materiale sanitario per un importo massimo pari a 200 euro. In caso di visite mediche domiciliari o extra domiciliari la Cassa comparteciperà alle spese con un rimborso pari sino a 100 euro.

La Cassa erogherà inoltre un importo di 200 euro a titolo di una tantum, ai lavoratori e alle lavoratrici aventi prole convivente, a sostegno delle spese riconducibili alla genitorialità, dall’istruzione ai bisogni primari dei figli fino al compimento del diciottesimo anno di età. Riconosciuto anche un sostegno psicologico con un importo pari a euro 400.

«Si tratta di un supporto concreto destinato ai lavoratori domestici per fronteggiare gli effetti della crisi sanitaria ed economica generata dalla pandemia – dice Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl Bergamo. I numeri a Bergamo parlano di 10 mila regolari e almeno 12 mila irregolari, e noi stimiamo una perdita di posti di lavoro di 2000 lavoratrici, delle quali almeno il 90% donne. È un settore che non ha mai beneficiato di politiche a sostegno. Va ripensato tutto il sistema della cura alle persone anziani o disabili, dalle lungodegenze, alle Rsa, all’assistenza domiciliare integrata, all’assistenza familiare».

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