Quando a estrarti i denti è una casalinga
Bergamo: 10 denunce, esercizio abusivo

Studio medico impeccabile con poltrona, strumentazione all’avanguardia e tanto di assistente. Questo è quanto si presenta in genere all’ignaro paziente che si rivolge ad uno studio odontoiatrico per ricevere le cure dovute.

Talvolta, però, accade che a «mettere le mani in bocca» non sia il medico odontoiatra ma l’odontotecnico, o peggio, la moglie casalinga. Questo è lo scenario che si è presentato ai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Bergamo nel corso dell’ultima indagine che ha visto denunciate numerose persone tra finti dentisti, medici compiacenti ed evasori totali.

I finti dentisti si spingevano dalla semplice presa delle impronte, comunque riservata alla professionalità di un odontoiatra, fino a veri e propri interventi di protesi, mediante l’uso di strumenti chirurgico-odontoiatrici. Alle cure approssimative, che comportavano spesso complicanze cliniche derivanti dalla mancata osservanza della profilassi medico- odontoiatrica, non poteva che corrispondere il pagamento in nero della prestazione, ottenuto grazie alla solita promessa di scontistica ritenuta conveniente dai malcapitati pazienti.

Tra i soggetti colpiti dalla denuncia per abusivismo nella professione medica, anche un odontotecnico riconducibile a una società bergamasca appaltatrice presso un ospedale della provincia. Nel complesso, sono state verificate le posizioni fiscali di 25 professionisti del settore, 10 dei quali sono risultati abusivi. Tale attività ha consentito di constatare e ricondurre a tassazione circa 4,2 milioni di euro.

In alcuni casi è stata accertata anche la presenza di una vera e propria contabilità parallela , celata su supporti informatici tramite l’uso di software gestionali programmati ad hoc, dalla quale è emerso circa 1 milione di euro di prestazioni in nero. Al termine degli accertamenti, 10 professionisti sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per esercizio abusivo della professione medica. Alcuni di questi sono stati ulteriormente deferiti all’Autorità giudiziaria per la mancata autorizzazione dei locali all’esercizio di professioni sanitarie (2 soggetti), per sostituzione di persona (4 soggetti) e per evasione fiscale (2 soggetti).

Ad uno degli odontotecnici è stata contestata persino l’omessa comunicazione al Ministero della Salute di inizio attività quale «fabbricante di dispositivi su misura», per la quale è prevista una sanzione da un minimo di 21.000 a un massimo di 128.000 euro.

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