Sciopero dei bus il primo giorno di scuola
Incrociano le braccia i lavoratori Sab

«Assistiamo a tagli di 400 euro al mese in meno in busta paga: i lavoratori di SAB sono arrabbiati, l’autunno dei trasporti sarà conflittuale, l’azienda deve esserne consapevole»: così lo scorso giugno i sindacati avevano avvertito del rischio di una grande mobilitazione nella provincia di Bergamo.

Ora che l’autunno si avvicina (e visto che la difficile situazione vissuta dai dipendenti non è cambiata) arriva un pesante sciopero dei bus, di 24 ore, in una giornata particolare, quella del primo giorno di scuola (fasce protette, in cui il servizio è garantito: dalle 6 alle 8.30 del mattino e dalle 12.30 alle 16.00).

La precedente astensione dal lavoro si è svolta il 5 agosto scorso (per quattro ore), ma tutta l’attenzione, naturalmente è per quella che si svolgerà la prossima settimana, il 12 settembre: «All’origine del forte malumore tra i lavoratori di SAB c’è la cancellazione dei contratti aziendali imposta a tutte le aziende del Gruppo Arriva (di cui SAB fa parte) e in vigore a Bergamo dal 1° aprile” spiegano Marco Sala di FILT-CGIL, Antonio Scaini di FIT-CISL, Giacomo Ricciardi di UILTRASPORTI e Marco Peroli di FAISA-CISAL provinciali. “Una trattativa, partita a dicembre per contenere gli effetti della cancellazione, è durata alcuni mesi ed è stata interrotta il 26 maggio. Eravamo giunti a un’ipotesi di accordo ma l’irrigidimento dell’azienda su tematiche vitali per i lavoratori ha rimesso tutto in discussione. Così abbiamo deciso di non firmare, di interrompere il confronto. La fase che SAB sta vivendo è delicatissima: non c’è solo l’azzeramento dei contratti aziendali, c’è anche la necessità di gestire il passaggio dal Contratto nazionale di riferimento ASSTRA a quello ANAV, meno vantaggioso per i lavoratori, oltre alla fusione con SAL, che porta in SAB 85 dipendenti in più (che, comunque, continueranno a lavorare a Lecco)».

I sindacati sottolineano anche che “nelle ultime settimane SAB ha incontrato singolarmente i lavoratori proponendo di sottoscrivere accordi unilaterali nella speranza di garantire il servizio. Così, viene promesso un ipotetico Premio di risultato (ipotetico perché mai contrattato con nessuno) in cambio di prestazioni extra contrattuali che erano contenute nelle richieste aziendali durante la trattativa ma che noiunitariamente avevamo giudicato davvero impossibili da sottoscrivere: riguardavano, infatti, l’aumento dell’impegno lavorativo richiesto ai dipendenti che passava da 12 a 14 ore (il cosiddetto nastro lavorativo, cioè l’arco di ore di disponibilità comprese le ore di pausa) senza un adeguato corrispettivo economico”.

Ricordiamo che le aziende di proprietà e sotto controllo del Gruppo Arriva presenti in Lombardia, oltre a SAB di Bergamo (che ha incorporato per fusione SAL di Lecco), sono anche SIA e SAIA di Brescia e KM di Cremona, per un totale di 1.100 dipendenti coinvolti. Lo sciopero del 12 settembre riguarderà anche i bus Arriva di Lecco. Già a gennaio e, ancora prima, a metà novembre si erano svolti due scioperi contro la decisione dell’azienda di cancellare i precedenti accordi aziendali.

A partire dall’estate del 2016 le società SAB di Bergamo, SIA e SAIA di Brescia, KM di Cremona, SAL di Lecco, sotto la direzione del Gruppo, hanno scelto, parallelamente a legittime politiche di fusioni societarie (SAL – SAB, SAIA – SIA), di rompere le relazioni industriali con una serie di atti unilaterali: disdette di accordi di secondo livello (SAB e SAL di Bergamo e Lecco) o passaggi nei CCNL di riferimento da ASSTRA ad ANAV (SIA società autoservizi spa, KM spa e SAB rispettivamente di Brescia, Cremona e Bergamo).

Il Gruppo Arriva è di proprietà di Deutsche Bahn per il quale svolge funzione di divisione per il trasporto pubblico locale fuori dalla Germania, con 55900 dipendenti in 14 paesi europei. Nel contesto nazionale agisce attraverso la Holding Arriva Italia S.r.l.

«Ora SAB dovrà garantire il servizio senza accordi aziendali che storicamente avevano al loro interno elementi importanti per l’organizzazione del lavoro. Sarà difficile riuscirci - proseguono i sindacati -. I dipendenti, da parte loro, lavorano con senso di responsabilità da aprile in regime non codificato e perdendo anche molti soldi ogni mese. Stiamo per avviare con loro vertenze individuali per recuperare le parti di retribuzione decurtate che a nostro avviso corrispondevano ad elementi fissi dello stipendio, dunque che non dovevano essere toccati».

Oltre a chiedere il ripristino delle condizioni economiche che erano garantite negli accordi disdettati dall’azienda e la corretta applicazione del Contratto nazionale, i sindacati esprimono anche “forti perplessità rispetto alla partecipazione di SAB alla prossima gara per l’appalto del servizio di trasporto pubblico. A tal proposito non escludiamo il coinvolgimento dell’Agenzia Locale per il Trasporto Pubblico presso la Provincia di Bergamo, ente col compito di programmare il servizio stesso e formulare i bandi di gara”.

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