Sentenza Bossetti, ecco le motivazioni
«Gravità inaudita e contesto sessuale»

Quello di Yara Gambirasio è stato un «omicidio di inaudita gravità». Lo scrivono i giudici di Bergamo nelle motivazioni della condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti.

Sono state depositate le motivazioni della sentenza con la quale i giudici della Corte d’assise di Bergamo hanno condannato all’ergastolo, il primo luglio scorso, Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, 13 anni, scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre del 2010 e trovata uccisa a Chignolo d’Isola, a pochi chilometri da casa esattamente tre mesi dopo.

Per i giudici della Corte d’Assise l’omicidio della giovane ginnasta è «maturato in un contesto di avances a sfondo sessuale, verosimilmente respinte dalla ragazza, in grado di scatenare nell’imputato una reazione di violenza e sadismo di cui non aveva mai dato prova ad allora». La Corte lo scrive nelle 158 pagine di motivazioni della sentenza.

Sempre i giudici della Corte d’Assise spiegano che l’aggravante della sevizia e crudeltà «disvela l’animo malvagio» dell’imputato. «Sevizie in termini oggettivi e prevalentemente fisici, crudeltà in termini soggettivi e morali di appagamento dell’istinto di arrecare dolore e di assenza di sentimenti di compassione e pietà»

A quanto si è saputo, è probabile che il pm Letizia Ruggeri che ha condotto le indagini e ha rappresentato l’accusa, presenti ricorso in appello contro l’assoluzione del muratore dall’accusa di calunnia nei confronti di un ex collega di lavoro.

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