Slot, in Bergamasca bruciati 1,2 miliardi
Nei Comuni oltre 7500 «macchinette»

Ogni giorno, le monete tintinnano implacabili in tutta la Bergamasca: assommate fanno quasi tre milioni e 400mila euro, cioè 141mila all’ora.

Ne vien fuori, in un anno, il 2016, una cifra smisurata: 1 miliardo e 237 milioni di euro. È il conto di quanto i bergamaschi spendono per le slot machine, che equivale alla metà di quanto è costato realizzare – ma in cinque anni – la Brebemi o a 35 volte la stima del progetto per lo stadio «nuovo» – cioè la ristrutturazione del «Comunale» post-acquisizione – dell’Atalanta. Il fatturato delle macchinette orobiche, secondo i dati certificati dall’Agenzia dei monopoli e diffusi nei giorni scorsi da un progetto interattivo di Gedi, il gruppo editoriale cui fa capo «la Repubblica» insieme a Dataninja, racconta di un fenomeno dirompente. Innanzitutto, la presenza capillare: sono 7.597 gli apparecchi censiti nei 242 comuni bergamaschi (in 32 di questi risultano invece assenti), di cui 6.303 «Awp», quelle che accettano monete, presenti in particolare in bar e tabaccherie, e 1.294 «Vlt», quelle dove si può giocare anche inserendo bancomat o carta di credito, nelle apposite sale slot. La geografia dell’azzardo è un quadro tetro. A Bergamo città, lo scorso anno si sono giocati 218,290 milioni di euro, attraverso 893 macchinette; la proiezione pro capite, neonati compresi, è di 1.814 euro a testa: in Lombardia, in nessun altro capoluogo si spende tanto.Su L’Eco di Bergamo in edicola mercoledì 20 dicembre tutti i dati Comune per Comune.

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