Via Crucis tra le celle del carcere
«La misericordia di Dio trasforma i cuori»

«La misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà». Queste parole di Papa Francesco sono rimbombate venerdì pomeriggio da una cella all’altra del carcere di Bergamo. Le ha fatte proprie il vescovo mons. Francesco Beschi, al termine della Via Crucis nella casa circondariale.

Parole di speranza che mons. Beschi ha scandito dopo aver aperto la porta della cappella della sezione femminile, dove sull’architrave campeggia la scritta «Misericordia e perdono». Quella soglia è ora Porta Santa e i carcerati potranno ottenere l’indulgenza. Il Venerdì Santo, volutamente coinciso con il Giubileo diocesano dei carcerati, ha visto intrecciarsi gli sguardi di detenuti, volontari, autorità; ha scosso le coscienze di chi si è accostato al rito in un luogo di detenzione e privazione; ha suscitato sussulti d’animo e ha fatto scaturire anche qualche lacrima.

Davanti al cancello interno della casa circondariale, mons. Beschi ha aperto il percorso della Via Crucis. Poi ad ogni stazione una lettura dai Vangeli e la riflessione di un detenuto. Proprio quest’ultime permeate di racconti tragici, costellate da rimorsi, sofferenze quotidiane hanno scosso gli animi.

Ad ascoltare quelle parole uno stuolo di «gente di casa»: il direttore del carcere Antonino Porcino, il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Monica Lazzaroni, la garante dei diritti dei detenuti Giuliana Quarti, gli agenti di polizia penitenziaria, le suore delle Poverelle, il personale infermieristico, i volontari. E poi tutti gli altri: il sindaco Giorgio Gori, i parlamentari Antonio Misiani e Elena Carnevali, il consigliere regionali Lara Magoni, Carlo Nicora, direttore generale della nuova Asst e l’avv Monica Di Nardo presidente della Camera Penale.

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