L’«infanzia» di Vittorio Bellini a Milano

Il pittore bergamasco Vittorio Bellini non finisce mai di stupirci con la sua creatività artistica, segno inequivocabile delle preziose doti interpretative della realtà quotidiana, lieta o triste che sia, proposta alla riflessione attraverso immagini visive. Una testimonianza la troviamo nella sua personale in corso in questi giorni a Milano presso la sala espositiva della «Compagnia del Disegno» con il titolo «Scena dell’eterna infanzia».
Qualcuno, tra i visitatori della mostra, potrebbe meravigliarsi di fronte a queste nuove espresssioni pittoriche di Vittorio Bellini ma, a nostro giudizio, non c’é da meravigliarsi affatto poiché questo artista con la sua intelligenza, la sua fantasia e pure l’esperienza che ormai lo accompagna da anni, non ha difficoltà alcuna a proporre tematiche, sia sacre che profane, che coinvolgono il fruitore nella più mpegnata riflessione. E con «Scena dell’eterna infanzia», attraverso uno stile che potrebbe avere riferimenti addirittura con la pittura «naif» ma che va ben oltre nella composizione strutturale e nella molteplicità meravigliosa dei «pupazzetti» (se così possiamo definirli), dei cromatismi e dei movimenti d’insieme, come pure delle figure a carattere oggettuale, Vittorio Bellini vuoi rievocare ricordi dell’infanzia di ciascuno di noi, richiamare alla mente magari quegli «scarabocchi» che riempivano i nostri quaderni quand’eravamo alla scuola materna o, tutt’al più, alle scuole elementari; quei pupazzetti o quelle scritte con i quali ci «immortalavavamo» sui muri del paese con qualche gessetto colorato. Un «mondo» reale più che mai, questo, nel quale tutti noi sappiamo riconoscerci e nel quale ritroviamo la gioia di quei momenti in cui, penna o gesso alla mano, scrivevamo: «Viva i nonni - Viva il sole - Viva la neve», e così via.
Nel contemplare queste opere di Vittorio Bellini rivivono i ricordi di tempi lontani, «i migliori» come si usa dire, che solo la memoria può rendere in certo modo nostalgici ma che, nei dipinti di Bellini, sanno riempire l’animo di intima gioia per il fatto che l’artista ci fa ritornare quei bambini che un tempo eravamo.
L’arte della pittura ha principalmente lo scopo di suscitare emozioni, di infondere sentimenti, di elevare lo spirito. Vittorio Bellini lo sa e ne è perfettamente convinto. Per cui, alle profonde considerazioni e meditazioni delle sue «Via Crucis» si possono più che a ragion veduta aggiungere le «sensazioni» di una infanzia da noi vissuta e che per il fatto che nel ricordo non muore mai, rimane appunto nella memoria come indimenticabile «scena dell’eterna infanzia».

Durata della mostra: fino al 18 aprile.
Orari: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19,30, chiuso la domenica eil lunedì, sabato solo su appuntamento.
Compagnia del Disegno, via Santa Maria Valle, 5 - MilanoLino Lazzari

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