Il liceo artistico di Bergamo in mostra

Un ricordo affettuoso del Liceo Artistico di Bergamo negli anni Sessanta e Settanta attraverso le opere di diciotto artisti-insegnanti che a quell’epoca formarono molti degli esponenti più amati dell’odierno panorama artistico bergamasco

E’ questo il filo conduttore della mostra «L’Artistico di città alta», aperta fino al 20 ottobre alla Galleria Gio Batta di Brescia (via Grazie 22/b).

In anni difficili, tra contestazioni studentesche e strutture fatiscenti, nelle aule del Liceo Artistico di Bergamo, nato come sezione staccata di quello di Brera e ospitato a Palazzo Terzi in via Salvecchio, questi insegnanti, pittori, scultori e incisori già affermati, ricreavano coi giovani provenienti dalla provincia, non solo bergamasca, una sorta di "bottega dell’arte", basata sul rapporto diretto insegnante e allievo.

Certo i linguaggi espressivi di questi colleghi, come ben documenta l’esposizione bresciana, erano profondamente differenti tra loro: i giardini fioriti di Margherita Barth e la pittura materica di Mario Benedetti, le figure tormentate di Gianfranco Bonetti e i grigi inconfondibili di Mario Cornali. Ma anche il figurativo di Umberto Faini e le geometrie di Paolo Ghilardi, la gestualità di Claudio Granaroli e le forme di luce di Calisto Gritti, lo scavo nella memoria di Mino Marra, le delicatezze di Aldo Matteotti, le esplosioni di rosso di Giuseppe Milesi, le geografie interiori di Gianriccardo Piccoli, le fluidità incise di Claudio Sugliani, la serena narrazione di Francesco Tabusso e l’indagine esistenziale di Bruno Talpo. La scultura è rappresentata da Guido Di Fidio, Franco Fossa e Gianni Grimaldi.

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