Sanremo, vince Valerio Scanu
il ragazzo di "Amici"

Sanremo, vince Valerio Scanu, il ragazzo di Amici. Secondo il trio col principe, proteste da platea e orchestra

Per il secondo anno consecutivo il Festival l'ha vinto 'Amici'. Con "Per tutte le volte che" è Valerio Scanu a classificarsi primo, il 19enne sardo diventato idolo dei teen-ager grazie alla sua partecipazione alla scorsa edizione del talent show. Gli passa il testimone Marco Carta, anche lui un prodotto della De Filippi, che ha vinto il festival l'anno scorso. E lo premia il televoto, che l'ha salvato dall'eliminazione della prima puntata 'ripescandolo' la seconda. Aveva previsto tutto Beppe Vessicchio, il giudice di Amici e maestro d'orchestra del ragazzo, che confidava nel sostegno dei fans.

Secondi, contro ogni previsione (non quelle dei maligni), contro la critica e contro la platea dell'Ariston, che li ha fischiati puntualmente con grinta ad ogni apparizione, Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. Memore della loro esibizione nella penultima sera con Lippi, che ha tifato per loro trattenendosi sul palco oltre il consentito, ieri sera il pubblico dell'Ariston ha rincarato la dose. Al momento dell'annuncio dei tre finalisti, ha gridato 'Vergona, Vergogna'. Urlavano anche i giornalisti dalla sala stampa.

Anche i musicisti dell'orchestra hanno protestato, contro l'esclusione di Malika Ayane, che ha vinto il Premio della critica intitolato a Mia Martini e il premio della Sala Stampa RadioTv. Gli orchestrali hanno accartocciato gli spartiti in palle di carta, lanciandole ovunque, e il maestro Marco Sabiu ha chiesto in diretta di rendere pubblico il voto dell'orchestra (il voto è misto, il televoto conta per il 50 %). Terzo, Marco Mengoni con 'Credimi ancora', superfavorito ma lui è contento così, "perché durante l'esibizione ho visto l'orchestra piangere", ha detto.

E ieri sera sul palco dell'Ariston c'è stato spazio anche per argomenti più seri. Tre operai di Termini Imerese in cassa integrazione in deroga (700 euro al mese di paga) sono stati intervistati da Maurizio Costanzo. Poi il giornalista ha dato la parola prima a Bersani (in terza fila con la figlia): "bisogna che si vedano di più queste cose, non bisogna mandarli sui tetti", ha detto, fischiato dalla platea. E poi al ministro Scajola, seduto in prima fila, che ha parlato un poco più a lungo del segretario del Pd. Tra le altre cose, ha detto: "Noi siamo vicini ai lavoratori, e sono sicuro che l'impegno di tutti sia di far si che quello stabilimento abbia un futuro industriale, non secondo la logica dell'assistenzialismo".


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