Pochi spettatori Creberg Teatro in affanno

«Crediamo in questa città e nella sua energia» aveva annunciato con entusiasmo Gianmario Longoni, presidente della holding Officine Smeraldo, nel presentare la prima stagione del Creberg Teatro. Quaranticinque titoli per 150 repliche: danza, cabaret, musical e commedie. «Un programma completo e di alto livello, testato con successo in altre città italiane, che nulla ha da invidiare all’offerta di Milano o Roma» era stato detto.

Le premesse erano buone, eppure oggi, a meno di due mesi dall’avvio della stagione, c’è poco da sorridere. «Probabilmente il pubblico bergamasco sta cercando di capire la bontà della nostra offerta e ancora si deve orientare» ammette il presidente del gruppo leader in Italia nel settore dell’intrattenimento teatrale, cui fanno capo alcune delle maggiori sale d’Italia come lo Smeraldo, il Ciak e il Sistina.

«Con i primi quattro spettacoli (due balletti e altrettante operette, saltata l’anteprima del nuovo show di Cochi e Renato con relativa perdita del ritorno pubblicitario su scala nazionale, ndr) abbiamo riempito la tensostruttura solo al 40% della sua capienza – 1.450 posti –, un risultato per nulla soddisfacente. Temo proprio che dovremo soffrire più del previsto – ammette Longoni, che confessa di aver confidato molto nella risposta del pubblico di Bergamo –. E dire che istituzioni, stampa e operatori del settore avevano accolto bene il nostro arrivo, comprendendo la bontà della nostra proposta».

Ma qualcosa evidentemente non ha funzionato. Eccezion fatta per i concerti di musica leggera (tutto esaurito per Ligabue e 800 spettatori per Bersani) i balletti hanno richiamato non più di 500 persone a serata e le operette sono andate anche peggio.

(12/11/2006)

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