Sgarbi al Festival del Cinema
«Bergamo, città un po' immobile»

Caravaggio, le grandi mostre da visitare questa estate. E poi le politiche culturali a Bergamo e un evento dedicato ancora al Caravaggio che dovrebbe tenersi a novembre. Di questo e altro parlerà stasera Vittorio Sgarbi ospite del Festival del Cinema d'Arte.

È un Vittorio Sgarbi a tutto campo quello che ci risponde per una chiacchierata che partendo dal Caravaggio si è allargata poi ai temi del paesaggio, della cultura, della politica culturale. Ne parlerà la sera del 21 luglio, ospite della nona edizione del Festival del Cinema d'Arte di cui è formalmente il presidente della giuria. In tema di mostre pareva ormai che gli eventi alla Goldin, che richiamavano folle oceaniche, sembrava finito e invece in questi giorni Roma è impazzita per il Caravaggio: E Sgarbi commenta così: «Perché finito? Tutt'altro. Basta fare Van Gogh! Goldin aveva trovato un filone presumibilmente molto attraente che era quello delle mostre degli impressionisti. La figura di Caravaggio è cresciuta con il tempo nella dimensione di un'attrazione morbosa, che ne ha fatto una sorta di superstar».

Ma il pubblico che affolla queste mostre , è realmente attratto dalla qualità delle opere o ci va solo per moda? Non è che c'è da capire, spiega Sgarbi, «si vanno a vedere dei quadri, certamente sorprendenti. Il tema della sorpresa è quello che ha reso così attraente nel passato Van Gogh e oggi rende attraente Caravaggio. È chiaro che alcuni autori rischiano di esser prevedibili o più convenzionali, in Caravaggio chiunque si accorge che c'è qualcosa di insolito e di travolgente, e ne resta turbato. Lentamente è cresciuta la percezione intorno a Caravaggio e si è scoperto un personaggio in cui molti elementi determinano curiosità, compresa la sua biografia».

Nella personalità di Caravaggio c'è qualche cosa di contemporaneo, «talmente contemporaneo da intestargli un simbolo dei nostri tempi, un aeroporto, come ha proposto il sindaco di Milano in merito a Malpensa, cui è seguita la stessa proposta per quello di Orio al Serio. «Anche se è un'idea della Moratti - afferma il critico d'arte -  potrebbe starci. Del resto, l'aeroporto di Roma è intitolato a Leonardo Da Vinci. Orio andrebbe ancora meglio».

A Bergamo che cosa vedremo? «Mah, di questo dobbiamo ancora parlare con l'assessore. Sarà un omaggio a Caravaggio e soprattutto una mostra anche di artisti contemporanei che si confrontano con quella realtà, quindi intorno a Caravaggio, dopo Caravaggio. Penso che indagare la fortuna di Caravaggio nel ‘900 – quello che lo ha fatto diventare così fondamentale, scoprire le tracce nell'opera di artisti come Gianfranco Ferroni, per esempio, ma anche altri che Caravaggio lo hanno rimeditato – potrebbe essere una mostra molto interessante. In novembre».

E per finire, una considerazione sul Festival del Cinema d'Arte di cui è presidente della giuria. Che cosa dirà? «Beh, non conosco perfettamente i confini di questa edizione e quindi verrò a vedere anche un po' i programmi di film che hanno scelto ma soprattutto verrò a parlare della politica culturale a Bergamo, a partire da questo Festival, ma allargandoci in generale verso altre iniziative o prospettive: cosa è bene che Bergamo faccia per la cultura e che cosa può fare per rispondere alla sua tradizione e alle sue origini. Molte cose si possono fare».

Ad esempio, prosegue Sgarbi, «della mostra intorno a Caravaggio ho già detto, ne ho parlato spesso con l'assessore anche se di concreto non ho ancora visto niente. A Bergamo in passato sono state fatte tante cose interessanti, basterebbe rimanere in quel solco, penso alla grande mostra sul Moroni. Mi piacerebbe organizzare qualche cosa di arte contemporanea, qualcosa di diverso da quello presentato in questi anni dalla Gamec e dal suo direttore Giacinto Di Pietrantonio: esiste anche un'altra arte contemporanea. Da questo punto di vista Bergamo mi sembra una città un po' immobile, forse in ostaggio di qualche presidente di fondazione o di qualche direttore di galleria. Per questo ho presentato all'assessore Sartirani, anche per sollevarla un po', il progetto di un gruppo di lavoro che si potrebbe chiamare “Consulta per la cultura per Bergamo” e che dovrebbe essere formato, insieme a me, da Antonio Gnoli, Luca Doninelli, Vittorio Feltri, Alain Elkann e Arialdo Ceribelli». 

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