Leggenda Santana al Forum
Omaggio ai grandi chitarristi 

Quando passa Carlos Santana, senti la leggenda e ripassi la storia. Dall'esplosione-rivelazione di Woodstock, 1969, alle molotov del Vigorelli di Milano che nel ‘77 gli incendiarono l'amplificatore, dal trip spirituale per il guru Sri Chinmoy al fragoroso ritorno alla ribalta planetaria di fine millennio, la cui onda lunga non si è ancora esaurita. Anzi. Dici Santana e accarezzi una delle manine sante della chitarra. Insieme a Jimi Hendrix, Eric Clapton e non moltissimi altri. Con quella tendenza tutta sua a estendere le note che ha imparato suonando il violino da ragazzo.

Non sarà un concerto qualsiasi di un «qualsiasi» mostro sacro quello che andrà in scena al Mediolanum Forum di Assago martedì 19 ottobre, unica tappa italiana dell'Universal Tone Tour 2010, sbarcato in Europa dopo le date americane. Santana ripercorrerà oltre quarant'anni di carriera e, novità legata all'ultimo coraggioso album di grandi cover, metterà il naso - o meglio, le dita – nel repertorio di quei non moltissimi altri che hanno scritto e suonato «canzoni eterne», «inni», capaci di «trascendere le generazioni», come ha sentenziato in una recente intervista a New York.

D'accordo. D'accordissimo. Perché stiamo parlando di George Harrison e la sua «While my guitar gently weeps», di Jimmy Page dei Led Zeppelin e di «Whole lotta love», di Jim Morrison dei Doors e di «Riders on the storm», di Jimi Hendrix e di «Little wing», di Eric Clapton e di «Sunshine of your love», di Ritchie Blackmore al tempo dei Deep Purple e di «Smoke on the water», degli Ac/Dc e di «Back in black». La tracklist di «Guitar Heaven: the greatest guitar classics of all time», appena uscito, continua per altri sei brani ma questi titoli possono bastare per capire quanto ha osato il rocker messicano, orgoglioso di essersi concesso «una raccolta di Gioconde», paragone leonardesco per pesare il valore dei capolavori che ha reinterpretato, convinto di non averli sfregiati ma «onorati».

Beh, lui è Santana, più di 80 milioni di dischi venduti e tra i primi quindici della classifica di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone. Mica un canterino lanciato dalla casa discografica per il tormentone radiofonico di una stagione. Al Forum si porterà sul palco una band di dieci elementi: un secondo chitarrista, Tommy Anthony, i cantanti Andy Vargas e Tony Lindsay, il bassista Benny Rietveld, il tastierista David K. Matthews, il trombettista Bill Ortiz, il trombonista Jeff Cressman e, già motore da corsa dei Santana (lo storico gruppo che prese il suo nome), una base ritmica poderosa di percussioni, oggi affidate a Karl Perazzo e Raul Rekow, e di batteria, governata da Dennis Chambers.

Una volta ai tamburi, alle congas, timbales, marimbas, maracas, bongos e tutto quell'armamentario da tarantolati c'era un certo Michael Shrieve, c'erano Josè «Chepito» Areas, Michael Carabello, Coke Escovedo. Erano i tempi del trittico d'oro «Santana» (1969, con la furibonda «Soul sacrifice» che svegliò il mondo), «Abraxas» (1970, album universalmente considerato tra i migliori di sempre - trainato dai cavalli di battaglia «Black magic woman», «Oye como va», «Samba pa ti», il più famoso lentone strumentale mai composto - con tutta la formazione di allora accolta nella Rock and Roll of Fame) e «Santana 3» (1971, con l'apporto del fenomenale chitarrista sedicenne Neal Schon, strappato appena in tempo dalle grinfie dei valorosi Derek and the Dominos di Clapton).

La chitarra di Santana e l'organo (allora di Gregg Rolie, che era anche voce della band) tracciano il tema musicale ma sono proprio le percussioni a contraddistinguere l'intero sound del complesso. E non a caso. Quando comincia a circolare il nome di Santana - emigrato a San Francisco per abbeverarsi al rock, al blues e al jazz della Baia – siamo ben avviati verso la «stagione dell'amore» e il talentuoso messicano si rende conto che per far ballare «selvaggiamente» le ragazze, per scuotere l'anima delle donne in un contesto blues-rock che attira soprattutto gli uomini, ci vuole il ritmo. Tanto ritmo. Latino. Con inevitabili radici africane. Nasce così il suono tipico dei Santana. Ed è una rivoluzione: un rock pepato di salsa, che risente della psichedelìa californiana ma diventa anche fusion, prima di attingere al jazz, a Miles Davis (un amore artistico corrisposto) e John Coltrane, soprattutto in «Caravanserai», il disco della svolta meditativa (1972).

«La melodia è femmina, ma il ritmo è maschio. E le donne amano il maschio». Santana spiega che l'idea di mescolare diversi ritmi scaturiva dalla chiara volontà di «rendere le donne più felici». Pur di riuscirci ci ha provato in tutti i modi e al suo fianco si sono avvicendati i nomi più illustri del firmamento musicale, anche solo in veste di collaboratori. Così a un certo punto – ma soprattutto per esigenze commerciali e con un successo economico superiore a quello degli anni ruggenti – ha istituzionalizzato le ospitate di lusso nei suoi cd: da «Supernatural» (1999, «Smooth», «Maria Maria», «Corazon espinado», tre dischi di platino e 9 Grammy Awards vinti, roba da Guinness) in poi.

Ultimamente il sessantatreenne Santana parla delle donne con una certa eccitazione. Separatosi da Deborah King dopo 34 anni di matrimonio, quest'estate durante il concerto di Chicago ha chiesto, testimone la platea, la mano della sua nuova fidanzata, la batterista Cindy Blackman, 51 anni il mese prossimo. Dice che da quando si è innamorato si sente pieno di bollicine come una 7Up ogni volta che sale sul palco. Una buona notizia per gli spettatori del Forum. Da uno che, gasato dall'amore, ha messo le ali per volare a sbirciare nel paradiso dei chitarristi ci aspettiamo un concerto elettrizzante…

Orario e biglietti
Il concerto che Carlos Santana terrà al Mediolanum Forum di Assago (Milano) la sera di martedì 19 ottobre inizierà alle 21 (cancelli aperti alle 19). I biglietti costano 37 euro (parterre in piedi), 43 (anello B numerato), 35 (anello C non numerato) e 61 (anello Gold), tutti più diritti di prevendita (su www.livenation.it o tramite il circuito TicketOne). Organiza Live Nation. Settanta centesimi di ogni biglietto saranno come sempre devoluti alla Fondazione Milagro, organizzazione benefica fondata da Santana nel 1998 per aiutare i bambini orfani di tutto il mondo.

Andrea Benigni   

© RIPRODUZIONE RISERVATA