Un minuto con Dante
«Perchè tieni? Perchè burli?»

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su un altra terzina dell'Alighieri: «Perchè tieni? Perchè burli?»

PERCHE' TIENI? PERCHE' BURLI?

IF VII, 25 ss.


Qui vid'i' gente più ch'altrove troppa,
e d'una parte e d'altra, con grand'urli,
voltando pesi per forza di poppa.

Percoteansi 'ncontro; e poscia pur lì
si rivolgea ciascun, voltando a retro,
gridando: «Perché tieni?» e «Perché burli?».

Così tornavan per lo cerchio tetro
da ogne mano a l'opposito punto,
gridandosi anche loro ontoso metro;

poi si volgea ciascun, quand'era giunto,
per lo suo mezzo cerchio a l'altra giostra.


Gli avari e i prodighi, in maggioranza appartenenti al clero e alle gerarchie ecclesiastiche, sono condannati ad un ballo incessante che li vede disposti su due file e li costringe ad avvicinarsi e ad allontanarsi spingendo pesanti massi con il petto.

Pur essendosi macchiati del peccato contrario, entrambi non hanno saputo vivere un rapporto sano con la ricchezza ed i beni materiali, accumulandoli ossessivamente i primi e sperperandoli in maniera insensata i secondi. Ora «ballano» insieme ed incontrandosi si rinfacciano entrambi la loro colpa.

Virgilio dice a Dante che costoro furono guerci, cioè afflitti da un difetto visivo, una sorta di strabismo che li ha condotti a vedere il denaro ed i beni materiali unicamente come un fine e non come un mezzo per far progredire il proprio tenore di vita ma anche quello della comunità.

Enzo Noris

© RIPRODUZIONE RISERVATA