Un minuto con Dante
La paura della solitudine

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su un altra terzina dell'Alighieri: Pensa, lettor, se io mi sconfortai nel suon de le parole maladette, ché non credetti ritornarci mai.

DANTE HA PAURA DI RIMANERE SOLO
IF VIII, 94 ss.

Pensa, lettor, se io mi sconfortai
nel suon de le parole maladette,
ché non credetti ritornarci mai.


«O caro duca mio, che più di sette
volte m'hai sicurtà renduta e tratto
d'alto periglio che 'ncontra mi stette,

non mi lasciar», diss'io, «così disfatto;
e se 'l passar più oltre ci è negato,
ritroviam l'orme nostre insieme ratto».

E quel segnor che lì m'avea menato,
mi disse: «Non temer; ché 'l nostro passo
non ci può tòrre alcun: da tal n'è dato.


Ma qui m'attendi, e lo spirito lasso
conforta e ciba di speranza buona,
ch'i' non ti lascerò nel mondo basso».


Così sen va, e quivi m'abbandona
lo dolce padre, e io rimagno in forse,
che sì e no nel capo mi tenciona.


Prima di lasciare la palude Stigia e di approdare alla città di Dite, Dante e Virgilio si prendono la soddisfazione di vedere l'iracondo Filippo Argenti inseguito dagli altri dannati e fatto a pezzi. L'iracondo si abbandona ad una furia autolesionistica mordendosi da solo, a dimostrazione che l'ira è un sentimento sterile ed autodistruttivo.

Scesi dalla barca di Flegiàs, il secondo barcaiolo infernale, i due si avviano preoccupati verso le mura infuocate di questa città. Sulle mura compaiono più di mille diavoli che impediscono l'accesso. Si rivolgono in modo tracotante a Virgilio dicendo che lui solo venga avanti mentre a Dante impongono di ritornare da solo per dove è arrivato.

Dante si rivolge al lettore confessando tutto il suo smarrimento, poi prega Virgilio di non abbandonarlo in una situazione così difficile e, se non è possibile continuare, gli propone di tornare indietro.

Virgilio, il dolce padre, ancora una volta lo conforta ricordandogli che il loro viaggio è voluto da Dio e che nessun ostacolo lo impedirà.

Il male, rappresentato dai diavoli, non solo si frappone come inciampo al cammino dell'uomo verso la libertà e la salvezza (la parola diabolos in greco significa infatti oppositore), ma cerca anche di separare gli uomini tra loro.

Virgilio si incammina a parlamentare con i diavoli mentre Dante rimane solo. Viene il momento in cui, pur potendo contare su una guida di fiducia, occorre che provvidenzialmente sperimentiamo lo star soli, per affrontare con le nostre forze i pericoli che ci stanno davanti e dimostrare a noi stessi che possiamo diventare autonomi.

Enzo Noris

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