La magia del teatro
Ecco cosa succede nel dietro le quinte di un’opera

Vai alla galleria fotografica

Qualche minuto di «Una piccola Cenerentola»Quando le luci si abbassano e gli occhi sono rivolti verso il palcoscenico è difficile immaginare che, lontano dagli sguardi, esista tutto un mondo sommerso che lavora per rendere lo spettacolo quello che è in mostra al pubblico assorto. Una realtà fatta da decine di persone che permettono ai pochi, tanti che siano, attori sul palco di interpretare il loro ruolo. Proprio per questo motivo si è pensato, una volta tanto, di vivere uno spettacolo da dietro le quinte, in un viaggio alla scoperta di «Una piccola Cenerentola» tratta dall’opera di Rossini e in scena al Donizetti di Bergamo tra i camerini, il retropalco, i magazzini, la cabina elettrica, la consolle delle luci ma anche la sartoria e la sala trucco. VIDEOquinte.wmvIn queste zone sconosciute del teatro bergamasco, su e giù per scale tortuose e stretti corridoi, esiste tutto un mondo in fermento molte ore prima dello spettacolo e lavora tutta una compagnia di «attori non protagonisti» che creano lo show dal nulla. C’è, in primis, il direttore di produzione, che per la stagione di opera del Donizetti è Rosanna Zanini. È lei che, dal titolo dell’opera decisa dal direttore artistico, dà il via a tutta la filiera di attività, dalla nomina del cast alla definizione dei costi, facendo da prezioso tramite tra le richieste del teatro e i fornitori del materiale con cui realizzare lo spettacolo. E per «Una piccola Cenerentola», una produzione nel complesso ridotta che vede sul palco un totale di 6 attori e 8 membri del coro, di gente in azione dietro le quinte ce né comunque parecchia: circa una quarantina che ha il suo da fare tra abiti da sistemare, acconciature da realizzare e guance da imbellettare. Un’ora e mezza prima dell’apertura del sipario ecco che Adriana Giudici, parrucchiera della Stagione lirica del Donizetti da 35 anni, è già al lavoro, munita di forcine, lacca, piastre e parrucche mentre Raul Ivaldi e Laura Busetti si occupano del trucco: uno staff sempre in azione e che ha già testato nei giorni precedenti allo spettacolo la resa in scena, e pronto a intervenire anche a bordo palcoscenico in caso di cambi di pettinature e di nuovi maquillage. Con loro, a stretto contatto, ci sono anche le sarte del Donizetti, all’opera prima con la realizzazione degli abiti di scena o la loro sistemazione e, la sera dello spettacolo, pronte per aiutare gli attori nella vestizione e nei cambi d’abito. Nel frattempo sui cinque piani su cui sono distribuiti i camerini del teatro i cantanti si preparano tra un gorgheggio e l’altro: ci sono le aree per il coro e le comparse, in gergo definiti «cameroni» perché grandi stanze condivise e poi ci sono, al primo piano e sullo stesso livello del palco, i camerini singoli, riservati agli attori protagonisti.Che non si dimentichino poi i tecnici di palcoscenico: macchinisti, attrezzisti ed elettricisti. Sono loro che hanno montato le scene e le luci, che si occupano dei cambi di allestimento e che molti giorni prima dello spettacolo hanno verificato le tempistiche per i movimenti scenici da fare durante l’opera, tra allestimenti che salgono e scendono tramite carrucole e scenografie che si spostano su binari. E mentre il regista – in questo caso Francesco Bellotto, direttore artistico del Bergamo Musica Festival – gira tra i camerini per l’imbocca al lupo prima della chiamata tramite interfono, la direttrice di palcoscenico Elisabetta Acella effettua. È lei che da un lato del palco dà le entrate e le uscite dei cantanti, verifica tutti i movimenti di scena tramite due monitor e si interfaccia con i vari «attori» del dietro le quinte: i maestri collaboratori della musica che, muniti di spartiti, seguono l’andamento della musica; l’aiuto regista e i macchinisti per i movimenti scenici e il responsabile luci, mentre il maestro del coro – in questa opera Marina Malavasi - raggiunge la sua postazione nelle quinte laterali per dirigere il coro da lei preparato. È sempre Elisabetta Acella, infine, che dà il comando al responsabile delle luci di abbassare quelle di sala, al direttore di orchestra – in questo caso Corrado Casati - di avviare l’accordo degli strumenti e poi la musica. Anche da dietro le quinte il brusio scema pian piano e la musica diventa la protagonista. Poi l’ultima indicazione della direttrice di palcoscenico è per il sipario, aperto rigorosamente a mano come vuole la vecchia tradizione. E a quel punto lo sguardo è tutto rivolto verso la magia del palco.(16/11/2008)

© RIPRODUZIONE RISERVATA