Un minuto con Dante
I diavoli Malebranche

I diavoli che fanno la guardia ai barattieri immersi nella pece bollente si chiamano Malebranche. Il termine, in analogia con le Malebolge, ricorda che questi diavoli hanno mani e piedi dotati di artigli, utili -insieme agli uncini ed ai forconi di cui sono armati- ad arpionare i barattieri.

I DIAVOLI MALEBRANCHE

IF XXI, 103 ss.

Ma quel demonio che tenea sermone (si tratta di Malacoda)
col duca mio, si volse tutto presto,
e disse: «Posa, posa, Scarmiglione!».

Poi disse a noi: «Più oltre andar per questo
iscoglio non si può, però che giace
tutto spezzato al fondo l'arco sesto.

E se l'andare avante pur vi piace,
andatevene su per questa grotta;
presso è un altro scoglio che via face.

Ier, più oltre cinqu'ore che quest'otta,
mille dugento con sessanta sei
anni compié che qui la via fu rotta.


I diavoli che fanno la guardia ai barattieri immersi nella pece bollente si chiamano Malebranche. Il termine, in analogia con le Malebolge, ricorda che questi diavoli hanno mani e piedi dotati di artigli, utili -insieme agli uncini ed ai forconi di cui sono armati- ad arpionare i barattieri che tentano di uscire dalla pece e per cacciarveli di nuovo. Interessanti e curiosi i nomi dei diavoli che Dante ritrova in una antica tradizione letteraria, o che inventa storpiando cognomi di antiche famiglie lucchesi e fiorentine colpevoli di baratteria.

Si è molto discusso sul significato e sull'etimologia di questi nomi anche se, in sostanza, si tratta di nomi parlanti che alludono forse ai tratti deformi e grotteschi dei demoni come li immaginava la tradizione popolare. Ma vediamoli nell'ordine di apparizione: Malacoda, Scarmiglione, Alichino, Calcabrina, Cagnazzo, Barbariccia, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello, Rubicante.

Su quest'ultimo, ad es., si è discusso riguardo all'etimologia del nome: se deriva dal latino ruber significherebbe rosso (ma i diavoli sembrerebbero tutti neri anche perché imbrattati di pece), se deriva invece da rabies starebbe ad indicare la sua rabbiosa ferocia; nel testo infatti Rubicante viene definito pazzo (v. 123).

Virgilio, usando parole decise e mostrando un atteggiamento risoluto ottiene dai diavoli che si astengano dalla violenza e che lascino passare lui e il discepolo; sarà tuttavia ingannato da Malacoda a proposito dei ponti sulla sesta bolgia, crollati in seguito al terremoto avvenuto il Venerdì Santo di 1266 anni prima.

Virgilio, la ragione e la virtù, finisce per cadere vittima delle seduzioni del maligno contro le quali neppure la condotta più prudente può bastare.

Enzo Noris

© RIPRODUZIONE RISERVATA