«Marinai, profeti e balene»
Capossela il 28 al Donizetti

L'album di Vinicio Capossela «Marinai, profeti e balene» esce in 26 aprile. Il giorno dopo «prende il largo» la tournée. Lo show del cantautore sarà incentrato sui temi del doppio disco, 19 canzoni inedite. Il 28 tappa al Donizetti.

L'album di Vinicio Capossela «Marinai, profeti e balene esce in 26 aprile. Il giorno dopo «prende il largo» la tournée. Lo show del cantautore sarà incentrato sui temi del doppio disco, 19 canzoni inedite. Il porto di partenza è Genova, Teatro Carlo Felice. Il 28 aprile Vinicio farà subito tappa a Bergamo, al Teatro Donizetti.

A tre anni dalla pubblicazione dell'album «Da solo», Capossela per registrare l'ultimo lavoro ha fatto issare un pianoforte Seiler a coda lunga, vecchio di ottant'anni, a ottanta metri sul livello delle onde, nella sagrestia della Cattedrale dell'Assunta, a Ischia. Partite a picco sullo «scoglio» di Ischia, le registrazioni hanno toccato diversi «porti» e si sono concluse a Creta. Biglietti per il concerto bergamasco su www.vivaticket.it e alla biglietteria del Donizetti (lunedì - sabato dalle 13 alle 20.30 - tel. 035.4160601/2/3).

«Marinai, profeti e balene» è un album di grandi suggestioni letterarie. Vinicio Capossela ha preso il largo, standosene ben piantato sulla riva del mare. Ha sfogliato Melville e Conrad, le storie degli abissi di Jules Verne e s'è spinto anche oltre, sulle onde rapsodiche di Omero, per compilare un doppio disco visionario che mette al centro il mare come metafora del destino.

«Potremmo dire che è un disco ciclopedico: incrocio tra ciclopico ed enciclopedico», spiega sibillino. E aggiunge: «Spero che si spieghi da solo. Ci sono dei casi in cui l'opera s'impone all'autore. Ci sono cose che ho già scritto e rimangono lì da affrontare, però ogni volta che mi si presenta la possibilità di cogliere dei segnali che annunciano un cammino avventuroso non mi so tirare indietro».

«Lascio lì quello che avevo già pronto e m'imbarco come Ismaele, ogni volta che la terra inizia a starmi stretta. Il mare è un elemento metaforico, fa subito pensare all'assenza di confini. I personaggi del disco vengono dalla letteratura, ma li sento prossimi. È una questione di epica. Il tono epico e l'emozione sono gli spiriti guida. Fare questo album è stato come intraprendere una di quelle avventure più grandi di te. Diverse volte ho avuto la sensazione del naufragio, dello smarrimento».

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