Un minuto con Dante Alighieri
Come le pecorelle escon del chiuso

Dopo che Dante si è accorto che solo lui getta con il suo corpo un'ombra sul terreno mentre Virgilio non lo può fare, il maestro spiegherà come questo fenomeno possa avvenire con un accenno alla dottrina dei «corpi aerei».

COME LE PECORELLE ESCON DEL CHIUSO
PG III, 73 ss.

73 «O ben finiti, o già spiriti eletti»,
74 Virgilio incominciò, «per quella pace
75 ch'i' credo che per voi tutti s'aspetti,

76 ditene dove la montagna giace
77 sì che possibil sia l'andare in suso;
78 ché perder tempo a chi più sa più spiace».

79 Come le pecorelle escon del chiuso
80 a una, a due, a tre, e l'altre stanno
81 timidette atterrando l'occhio e 'l muso;

82 e ciò che fa la prima, e l'altre fanno,
83 addossandosi a lei, s'ella s'arresta,
84 semplici e quete, e lo 'mperché non sanno;


85 sì vid'io muovere a venir la testa
86 di quella mandra fortunata allotta,
87 pudica in faccia e ne l'andare onesta.

Mentre Dante e Virgilio cercano la strada migliore per salire alla montagna vengono avvicinati da una schiera di anime alle quali Virgilio chiede indicazioni sulla via. Le anime, dubbiose, vengono paragonate a delle pecorelle che, imitando la prima, escono in fila dall'ovile semplici e quiete. La similitudine indica il carattere mansueto e docile delle anime espianti, chiamate a condividere la fatica dell'ascesa e pronte a meravigliarsi per le novità che incontrano sul loro cammino; in questo caso le anime si stupiscono dell'ombra che Dante proietta sul terreno con il suo corpo e Virgilio spiegherà loro che costui ha ottenuto il privilegio di salire la parete in carne ed ossa. Il tema del corpo è molto importante nel Purgatorio: è un corpo pentito e perdonato, riconciliato in una nuova unità psicofisica, chiamato ad affrontare la fatica della riparazione.

Nel caso di Manfredi di Svevia, il corpo aereo che chiede a Dante di riconoscerlo, porta ancora i segni e le ferite che gli hanno causato la morte violenta nella battaglia di Benevento del 1266. Manfredi, l'erede di Federico II di Svevia, fallisce il suo progetto di realizzare nel sud Italia uno Stato ghibellino indipendente dalla Chiesa e viene scomunicato: il vescovo di Cosenza, suo acerrimo nemico, disseppellirà il suo corpo per disperderne i resti fuori dal regno meridionale. Manfredi tuttavia non serba rancore nei confronti del suo rivale: ormai le anime vivono nella dimensione della misericordia e della pace interiore e, dopo aver atteso nell'antipurgatorio trenta volte il periodo trascorso in contumacia, potrà entrare nel Purgatorio vero e proprio.

Enzo Noris

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