Un minuto con Dante
Il presuntuoso senese

Nel dialogo con Dante, Oderisi da Gubbio, il celebre miniaturista, allude ad un'altra anima superba: si tratta di Provenzan Salvani. arrogante senese, capo della fazione Ghibellina ed artefice della vittoria di Montaperti del 1260.

PROVENZAN SALVANI: IL PRESUNTUOSO SENESE

11.121 «Quelli è», rispuose, «Provenzan Salvani;
11.122 ed è qui perché fu presuntuoso
11.123 a recar Siena tutta a le sue mani.

11.124 Ito è così e va, sanza riposo,
11.125 poi che morì; cotal moneta rende
11.126 a sodisfar chi è di là troppo oso». [...]

11.133 «Quando vivea più glorioso», disse,
11.134 «liberamente nel Campo di Siena,
11.135 ogne vergogna diposta, s'affisse;


11.136 e lì, per trar l'amico suo di pena
11.137 ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo,
11.138 si condusse a tremar per ogne vena.

11.139 Più non dirò, e scuro so che parlo;
11.140 ma poco tempo andrà, che ' tuoi vicini
11.141 faranno sì che tu potrai chiosarlo.


Nel dialogo con Dante, Oderisi da Gubbio, il celebre miniaturista, allude ad un'altra anima superba: si tratta di Provenzan Salvani. arrogante senese, capo della fazione Ghibellina ed artefice della vittoria di Montaperti del 1260. Dante obietta che costui, in quanto tardo a pentirsi, dovrebbe trovarsi nell'Antipurgatorio e non già nella cornice dei superbi.

Oderisi gli spiega che Provenzan Salvani si trova qui perché ha compiuto un gesto importante: quando era all'apice della sua fama, nella Piazza del Campo, deposta ogni vergogna, si umiliò a chiedere l'elemosina in favore di un suo amico prigioniero di Carlo d'Angiò.

Provenzan Salvani, racconta Oderisi, è un altro esempio vivente di quanto la misericordia di Dio perdoni molti peccati per un'opera buona. Al termine del suo discorso Oderisi inserisce una oscura profezia riguardante il futuro esilio di Dante: anche lui, superbo, dovrà accettare l'umiliazione dell'ingiusta condanna inflittagli dai suoi concittadini (v. 140: i tuoi vicini) e sperimentare sulla sua pelle quanto sia faticoso l'esercizio dell'umiltà.

Enzo Noris

© RIPRODUZIONE RISERVATA