La recensione di Piergiorgio Nosari

La commedia di Feydeau è una macchina perfetta, di quelle che danno l’impressione di potersi muovere anche da sole, se solo le si sa mettere in moto.

Equivoci, peripezie, tormentoni, corse e spinte, gaffe, battute brillanti, piccoli inganni e ribaltamenti improvvisi: tutto il campionario di un fuoriclasse dell’intreccio comico, ben mescolato e restituito al pubblico. Uno che aspetta solo di essere saccheggiato e imitato.

In cambio, chiede solo una cosa: il rispetto dei suoi tempi incalzanti, su frequenze alte, scientificamente «tarate» sulla percezione degli spettatori. Il lavoro di Luca De Filippo prende invece un tempo più veloce. L’accelerazione serve a sottolineare il carattere convenzionale, quasi da «gioco di società», di questo intreccio, infinita variazione sul tema delle convenienze e delle ipocrisie di un piccolo mondo fatuo ed elegante.

Tuttavia, la scelta finisce anche con il comprimere i tempi comici e i tempi di reazione della commedia, in parte disperdendone l’alto potenziale.
Pirgiorgio Nosari

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