Processo alla noce amazzonica
Il dibattito a BergamoScienza

La noce amazzonica, nota come noce del Brasile, è un grande albero amazzonico che produce un tipo di frutta secca che cresce spontaneamente in aree naturali e sopravvive solo nell'ecosistema del bosco amazzonico, il più ricco di biodiversità al mondo.

La noce amazzonica, nota come noce del Brasile, è un grande albero amazzonico che produce un tipo di frutta secca che cresce spontaneamente in aree naturali e sopravvive solo nell'ecosistema del bosco amazzonico, il più ricco di biodiversità al mondo.

Da sempre gli abitanti della foresta vivono grazie alla raccolta e commercializzazione di questo frutto, che possiede ottime proprietà nutritive, energetiche e curative. La noce amazzonica rischia tuttavia di rappresentare il simbolo di un'economia primitiva, legata ad una tradizione atavica, che potrebbe impedire un reale sviluppo delle zone in cui cresce, ostacolare la diffusione dell'agricoltura e dell'allevamento e frenare la modernizzazione.

Siamo certi che la conservazione incondizionata della foresta favorisca l'economia delle popolazioni indigene e non rappresenti invece un'antiquata e incoerente pretesa di naturalità? Possiamo affermare con sicurezza che la raccolta di questo frutto sia l'unica attività in grado di garantire la sopravvivenza dei lavoratori locali?

Cecheremo di dare risposta a questi importanti quesiti lunedì 15 ottobre alle 17 nell'Aula di Corte d'Assise del tribunale penale di Bergamo, nell'ambito della X edizione di BergamoScienza, quando la noce amazzonica salirà sul banco degli imputati, protagonista di un vero processo con tanto di accusa e difesa, testimoni, in un vero dibattimento all'americana.

L'iniziativa organizzata da Cesvi e Slow Food e patrocinata da Comune di Bergamo, Provincia di Bergamo ed Expo 2015 con il contributo del Comune di Milano, tenterà di analizzare i pro e contro di una salvaguardia che, se da un lato tutela l'ambiente e l'ecosistema, dall'altro rischia di bloccare processi di modernizzazione.

L'imputato si presenterà davanti alla Corte presieduta dal presidente del Tribunale Carlo Casti, governatore di Slow Food Italia. L'accusa sarà sostenuta dall'avv. Daniela Rubino, del Foro di Milano, la difesa verrà rappresentata dall'avvocato Ettore Tacchini, del Foro di Bergamo e il ruolo del Cancelliere verrà ricoperto dall'attrice Margherita Antonelli. Quattro saranno i testimoni: prof.ssa Cristiana Peano, Università di Torino, Facoltà di Agraria e Fondazione Slow Food per la Biodiversità, prof. Carlo Modonesi, dell'Università degli Studi di Parma - Dipartimento di biologia evolutiva e funzionale, Giorgio Prampolini, presidente della Cooperativa Chico Mendes di Modena e il photoreporter Pino Ninfa, autore del reportage fotografico «L'energia del castaño» che verrà presentato in aula.

Gli invitati assisteranno a interrogatori e contro-interrogatori, arringhe di abili difensori e agguerriti accusatori, fino alla pronuncia di un verdetto irrevocabile e insindacabile, da parte di una giuria popolare. Il processo si inserisce all'interno di un progetto del Cesvi, finanziato dal Comune di Milano, di «Appoggio alle comunità native per la gestione delle risorse naturali, nelle regioni di Madre de Dios e Pando (Perù-Bolivia)», che prevede azioni multisettoriali per la difesa della biodiversità della foresta amazzonica e per il supporto nella raccolta e lavorazione della noce amazzonica.

Questo evento rientra nella nuova campagna del Cesvi Food Right Now - sostenuta dalla Commissione Europea - che mira a sensibilizzare ed educare i giovani e tutta la cittadinanza sul problema della fame nel Sud del mondo e sulla promozione del diritto al cibo per tutti.

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