Museo del presepio a Dalmine:
tutta l'arte è sotto la lente

È uno dei musei più visitati della Bergamasca, che ora si arricchisce ulteriormente di un nuovo tassello. Il Museo del presepio di Dalmine diventa a tutti gli effetti non solo esposizione di Natività, ma anche un punto di riferimento nella catalogazione e studio.

È uno dei musei più visitati della Bergamasca, che ora si arricchisce ulteriormente di un nuovo tassello. Il Museo del presepio di Dalmine diventa a tutti gli effetti non solo centro di conservazione ed esposizione di Natività, ma anche un punto di riferimento nel settore della catalogazione e dello studio.

Fondato nel 1974 da don Giacomo Piazzoli, primo parroco di Brembo, appassionato collezionista e presepista, il Museo del presepio di Dalmine raccoglie, conserva e valorizza una collezione di oltre 900 esemplari, unica al mondo. Il più piccolo è contenuto in un seme di pistacchio, il più grande occupa una superficie di ottanta metri quadrati. Si va dai presepi napoletani del Settecento a quelli bergamaschi; da opere d'arte presepiale contemporanee a Natività provenienti da tutti i continenti: America Latina, Africa, Asia e persino dall'Australia. Esemplari differenti per epoca, provenienza, dimensione e materiale ma con un tema comune: la Natività appunto.

Un museo che cresce di anno in anno e che punta ad essere qualcosa di più. È Barbara Crivellari, conservatrice del museo di Brembo a spiegare cosa è stato fatto e quello che sarà: «Il presepe è un'arte molto popolare, ma poco studiata a livello di pubblicazioni. L'idea è quella di dare un punto di riferimento a professionisti, amatori o chiunque voglia avere informazioni su date, storia o tecniche. Abbiamo inviato il nostro primo lavoro di catalogazione, quello riguardante i presepi di carta, alla Regione Lombardia e sarà pubblicato on line nei prossimi mesi. Non è stato facile, perché il tempo è poco e il lavoro da fare è molto. Qui siamo tutti volontari, me compresa».

Un lavoro di catalogazione importante perché allo studio delle caratteristiche tecniche dell'oggetto si andranno ad aggiungere ulteriori dettagli sulla storia, lo stato di conservazione, le modalità di acquisizione e soprattutto l'opera verrà messa in relazione con il patrimonio artistico-culturale già esistente.

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