Marmi orobici da Venezia a Roma
L'arte riscopre il «nero assoluto»

A Brescia si è concluso il restauro di Santa Maria della Carità. Questa chiesa barocca, come molti altri edifici sacri dell'area lombarda e dell'Italia settentrionale, è impreziosita da un marmo storico ormai rarissimo, proveniente dalla Valle Seriana.

Camminando da piazza della Loggia verso Santa Giulia, nella centralissima via dei Musei a Brescia, su cui si affacciano numerose chiese e palazzi d'epoca, si passa accanto anche a Santa Maria della Carità, di cui si è appena concluso il restauro realizzato su impulso e con il contributo della Fondazione Cab.

Questa chiesa barocca, come molti altri edifici sacri dell'area lombarda e dell'Italia settentrionale, è impreziosita da un marmo storico ormai rarissimo, proveniente dalla Valle Seriana, utilizzato per realizzare il pavimento dell'edificio.

Conosciuto come «nero assoluto», questo materiale è una delle pietre, provenienti dalle valli bergamasche, che nei secoli sono state scelte per la realizzazione di beni culturali di grande prestigio, dalle numerose chiese del Nord Italia a capolavori di architettura e di arte come la Basilica di San Pietro a Roma.

Alcune di queste pietre oggi si sono letteralmente estinte e i processi di estrazione sono ormai fermi: è il caso del «nero assoluto» che, tra il Cinquecento e il Seicento, visse un periodo d'oro. Questo marmo era richiestissimo in tutta Italia ed era ampiamente diffuso soprattutto nei territori della Repubblica di Venezia.

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