Il bozzetto di Manzù alla Gamec
La donazione di Gabriella Scimè

«Mio padre sarà molto contento che questo bozzetto di Manzù abbia finalmente trovato casa»: con queste parole, generose come il suo dono, Gabriella Scimè ha donato alla Gamec il bassorilievo in gesso di Manzù «Morte del Partigiano».

«Mio padre sarà molto contento, proprio come me, che questo bozzetto di Manzù abbia finalmente trovato casa»: con queste parole, generose come il suo dono, Gabriella Scimè, figlia del Capitano Gigi (soprannome del comandante partigiano Luigi Scimè) ha suggellato giovedì 18 aprile la sua donazione alla Gamec del bassorilievo in gesso di Giacomo Manzù «Morte del Partigiano», antecedente della lastra in bronzo che campeggia alle pareti del Municipio di Valenza Po nella quale l'ideazione plastica di Manzù si incrocia con i versi composti da Salvatore Quasimodo, per ricordare «uno per uno teneramente - scrive il poeta - chiamandoli con nomi giovani per ogni tempo» i giovani partigiani che qui furono giustiziati.

«L'amicizia che da anni mi lega a Gabriella Scimè si è tradotta in un dono alla nostra città che mi inorgoglisce» ha sottolineato il sindaco Franco Tentorio.

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Così, fino al 2 giugno il bozzetto sarà visibile in una piccola mostra che indaga, come illustra la curatrice Cristina Rodeschini, responsabile Accademia Carrara e Gamec-Direttore, “la continua elaborazione da parte dello scultore dell'immagine della morte partigiano, originata dalla drammatica esperienza di aver assistito a due esecuzioni e che trovò compimento, per ammissione dello stesso Manzù, con il Monumento alla Resistenza realizzato nel 1977 nel cuore di Bergamo”. In mostra, anche la medaglia realizzata per Bergamo per il trentennale della Liberazione e un affascinante disegno a china bianca su cartoncino nero del 1977 che fissa la soluzione del Monumento alla Resistenza di Bergamo, documentato dalle fotografie di Jacopo Ferrari. Successivamente, l'opera troverà posto nell'esposizione della Collezione Permanente, nella raccolta di opere di Manzù già custodita nel museo “che grazie anche a questo piccolo capolavoro – ha sottolineato il Presidente Gamec Mario Scaglia – sta diventando sempre più rappresentativa”: dieci sculture, sette dipinti (olii e tempere), quattro disegni, i trenta esemplari dell'erbario, quattro incisioni e due medaglie. Barbara Mazzoleni

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