«Fede, laboriosità e responsabilità
le tre forze per uscire dalla crisi»

Il vescovo Francesco Beschi sabato sera è intervenuto alla sesta edizione di Bergamo Incontra, parlando sul tema «La fede, la vita e l'impegno sociale. Cosa significa essere cristiani oggi?». Al vescovo sono state rivolte diverse domande sul Sentierone.

«Nella nostra società, si avverte la paura di diventare adulti. Invece è un passaggio necessario nella vita, ma anche per la società». «La scuola e la famiglia non devono sentirsi in concorrenza». «Con la crisi stiamo pagando un'epoca di centratura su se stessi, cioè di solitudine radicale in tutte le generazioni e anche nella stessa famiglia».

Sono alcuni passaggi del vescovo Francesco Beschi, che sabato sera 29 giugno è intervenuto alla sesta edizione di Bergamo Incontra, parlando sul tema «La fede, la vita e l'impegno sociale. Cosa significa essere cristiani oggi?».

L'incontro si è svolto sul Sentierone, dove si è tenuta quest'anno la tre giorni della manifestazione, sulla traccia generale: «Un evento reale nella vita dell'uomo», ripreso dal titolo di un libro di monsignor Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione.

Al vescovo sono state poste sei domande. La prima, di una giovane mamma, ha toccato la trasmissione della fede da parte dei genitori ai figli grandi e piccoli. «È un tema infinito - ha risposto monsignor Beschi -. I genitori devono essere capaci anche di reggere i "no" dei figli quando sono invitati alla preghiera. Però trasmettere la fede ai figli presuppone di essere adulti nella fede, cioè capaci di dar ragione della fede e capaci di reggere i dubbi senza costruire chiusure o barriere verso gli altri. In gioventù, noi adulti abbiamo avuto il lusso della ricerca, mentre i nostri giovani oggi non hanno immediatamente questa opportunità».

Altre due questioni hanno riguardato crisi, lavoro e difficoltà degli imprenditori. «Il tema del lavoro e dell'impresa sono molto centrali - ha sottolineato monsignor Beschi -. Stiamo vivendo un passaggio molto serio che sta avvenendo sotto i nostri occhi ma che tanti faticano a riconoscere. E i prezzi di questo passaggio sono altissimi per tante persone. E tante persone mai avrebbero pensato di dover chiedere un aiuto».

Secondo il vescovo, per contribuire a uscire dalla crisi si può puntare anche su tre forze. «La fede nella Provvidenza, che non significa fatalismo o fortuna. In Lombardia abbiamo avuto il cattolicesimo manzoniano, che era tutt'altro che sprovveduto, ma insegnava che la libertà dell'uomo si gioca nell'amore di Dio. Ci sono poi la laboriosità, anche se tanti dicevano che si poteva vivere senza lavorare, e la responsabilità personale».

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