Capitale della Cultura 2019
Venerdì si svelano le candidate

Tutto avviene in un piccolo ufficio al terzo piano del ministero dei Beni Culturali, con una bella vista sui tetti di Roma. Parte così la lunga corsa delle più belle città italiane a Capitale della Cultura Europea 2019. Quante saranno davvero ancora non si sa.

Tutto avviene in un piccolo ufficio al terzo piano del ministero dei Beni Culturali, con una bella vista sui tetti di Roma. Pochi minuti appena per la consegna del «Bid book», venti copie in italiano e venti in inglese, il controllo dei documenti di chi consegna, un timbro sulle lettere di ricevuta e la candidatura è ufficiale.

Parte così la lunga corsa delle più belle città italiane a Capitale della Cultura Europea 2019. Quante saranno davvero ancora non si sa, ma, a seguire annunci e siti web ufficiali, la lista dovrebbe coprire tutto lo stivale tra «big» come Torino e Venezia e sorprese come Bergamo e Aosta.

C'è chi fa «squadra» come Perugia e Assisi e chi invece pare si sfiderà in casa come Palermo e Siracusa, Lecce e Taranto, Siena e Pisa, Reggio Calabria e Catanzaro. E poi ancora Ravenna, Mantova, Urbino, Caserta, Cagliari, L'Aquila.

Al ministero sono rigorosamente riservati, anche se di telefonate per dubbi e chiarimenti in questi mesi pare ne siano arrivate tante e a tutte le ore, ma per candidarsi c'è tempo ancora fino alla mezzanotte di venerdì 20 settembre, anche per via telematica.

Intanto, all'entrata di via del Collegio Romano è iniziata la sfilata delle singole delegazioni. Le prime a consegnare a mano i dossier sono state Pisa e Matera. Si entra un po' affannati, tra borse e scatoloni. Ma quando si esce sembra di essere già a un traguardo.

E così capita anche che la delegazione della Fondazione PerugiAssisi2019 uscendo incontri i «cugini» di Ravenna, in entrata con il sindaco Fabrizio Matteucci. Si sbircia il dossier dell'altro. C'è chi sceglie la rilegatura più sofisticata, chi una semplice spirale. Chi ha arricchito di grafica le fotografie, chi ha puntato sugli schemi. Influirà? Poi sono abbracci, tanti in bocca al lupo e una sfilza di sms a confortare i soci delle fondazioni rimasti a casa: «tutto consegnato, siamo in corsa».

Se Perugia attenderà il 27 settembre, con addirittura tre giorni di eventi, per presentare alla cittadinanza il suo dossier, Venezia punta in alto e sfrutta la sua fama internazionale per sostenere la sua candidatura, con conferenza alla sede romana della stampa estera. La parola d'ordine per molte città sembra essere «condivisione» con il proprio territorio e c'è chi pensa invece a ridisegnare il volto di una città.

Come Aosta, che prevede anche la realizzazione di un polo universitario e l'apertura di un parco archeologico nella periferia ovest o L'Aquila, che ha affidato a un tomo da 190 pagine il suo sogno di ricostruzione all'insegna della cultura. Siracusa ha lavorato invece sul tema «Frontiera d'Oriente», mentre Urbino punta tutto sul suo essere «culla del Rinascimento e di Raffaello» con un comitato presieduto da Jack Lang.

E ancora, Ravenna ha lavorato sulla «ricchezza e le diversità delle culture europee», mentre per Mantova è scesa in campo anche l'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Da venerdì a mezzanotte l'elenco sarà ufficiale. E il destino delle candidate passerà nelle mani di un comitato ufficiale composto da 13 membri (7 nominati dalle istituzioni europee e 6 dalle istituzioni nazionali) che effettuerà una valutazione dei progetti, assisterà alle loro presentazioni e selezionerà le città «finaliste».

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