Fossati, la vita e le opere
Un capolavoro i due live del '93  

Ivano Fossati, la sua storia e i suoi dischi più significativi per conoscere questo artista formidabile della scena musicale italiana, dotato di una personalità e un modo di cantare che lo distinguono e che si riflettono fortemente anche sugli interpreti che danno voce alle sue canzoni.

Biografia
Ivano Fossati nasce il 21 settembre 1951 a Genova, dove continua a vivere fino ai primi anni Ottanta, quando decide di trasferirsi, dopo molto viaggiare tra Europa e Stati Uniti, in un piccolo paese dell’entroterra ligure. La sua passione per la musica si manifesta da bambino: a otto anni inizia lo studio del pianoforte, strumento che diventerà fondamentale nella sua vita, nonostante la passione per altri strumenti musicali come le chitarre e il flauto. Dopo qualche esperienza con i gruppi di rock progressivo, incide il suo primo album nel 1971 («Dolce acqua») alla guida dei Delirium, con i quali conosce il primo grande successo nel 1972 grazie al brano «Jesahel».
La sua natura fortemente irrequieta e il grande amore per la musica lo portano subito a provarsi in altri campi, superando ogni esperienza non appena sia compiuta. Inizia così la sua carriera solista che lo vedrà comunque e sempre continuare le sue collaborazioni in varie forme con musicisti e artisti italiani e stranieri. Risale agli inizi degli anni Settanta la sua prima musica per il teatro (Emanuele Luzzati, Teatro della Tosse), attività che non si è quasi mai interrotta e che lo vede anche in questo periodo al lavoro in collaborazione col Teatro Stabile di Parma.
Ha scritto musiche per i film di Carlo Mazzacurati («Il toro» del 1994 e «L’estate di Davide», del 1998). Collabora con musicisti italiani e stranieri soprattutto dell’area jazz: Trilok Gurtu, Tony Levin, Enrico Rava, Uña Ramos, Riccardo Tesi, Guy Barker, Nguyen Le e con cantautori come Fabrizio De André e Francesco De Gregori. Ha scritto canzoni per molti grandi nomi della canzone italiana tra i quali Mina, Patty Pravo, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Anna Oxa, Mia Martini, Loredana Bertè. Ha tradotto canzoni di Chico Buarque de Hollanda, Silvio Rodriguez, Djavan, Supertramp.

Gli album imperdibili
«La mia banda suona il rock» (1979) è il disco che lo lancia da solista: non c'è solo la title track, che diventerà popolare, ma anche canzoni come «Dedicato» e «Vola» che, interpretate da Loredana Bertè e Mia Martini, ne riveleranno le doti di autore. La progressiva maturazione di Fossati attraverso buoni lavori porta nel 1988 al capolavoro «La pianta del tè» che comprende, oltre al brano che dà il titolo all'album, canzoni come «Terra dove andare», «La volpe», «L'uomo coi capelli da ragazzo», «Questi posti davanti al mare», «Chi guarda Genova». Due anni dopo esce «Discanto», segnato da riferimenti esotici e letterari («Italiani d'Argentina», la stessa «Discanto» e «Passalento»). La qualità di Fossati è sempre ragguardevole e i due live «Dal vivo volume 1. Buontempo» e «Dal vivo volume 2. Carte da decifrare» - registrati al teatro Ponchielli di Cremona con una band in stato di grazia, album licenziati nel 1993 - rappresentano una delle più belle incisioni dal vivo di musica italiana mai pubblicate e mai abbastanza celebrate. Questi due cd sono una chicca che basterebbe da sola a dare la misura della bravura di Fossati, che non è, come molti si accontentano di ricordare, soltanto l'autore di «La canzone popolare» (1992) poi presa come sigla della campagna elettorale del Pds nel decennio scorso.  

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