Enrico Ruggeri a Bergamo
canta per le detenute del Gleno

Un'agente di custodia è una sua fan sfegatata ed Enrico Ruggeri non ha fatto altro che rispondere alla sua chiamata. È nato così l'incontro di martedì 19 maggio del cantante italiano con le detenute del carcere di via Gleno. «Le detenute del carcere hanno chiesto di me, parte tutto da loro, io sono solo il terminale. Molte ascoltavano le mie canzoni - racconta Ruggeri -. Ne ho scritta una che s'intitola "Lettera dal carcere", cantata anche da Fiorella Mannoia. Credo dunque che l'idea sia nata da un insieme di cose».

Ruggeri ha quindi visitato il cercere e cantanto con la sua fan. Poi ha ascoltato le storie di alcune detenute che, sul palco con lui, hanno letto alcuni pensieri, raccontando loro esperienze ed emozioni. «Non è la prima volta che varco la soglia di una casa di pena - ha raccontato Ruggeri -. Sono stato a San Vittore quando era direttore Pagano. Ho tenuto un piccolo concerto insieme ad Andrea Mirò, la mia compagna. Anche a Bergamo ci sta che canti qualche canzone. So che le detenute hanno preparato qualcosa con la loro insegnante di musica». Sono esperienze forti per un cantautore. «Ne ho fatte diverse, negli anni, da solo e con la Nazionale cantanti. Sono stato al carcere minorile di Cagliari, a Pescara, a San Vittore. La sensazione è sempre quella: tutte queste visite, tra ospedali, e altro, sono di grande impatto emotivo».

Dopo l'album «Rock Show», «L'Ultima follia di Enrico Ruggeri» è un cofanetto di tre dischi. «Un triplo per andare avanti - commenta la scelta -, uno sberleffo alla crisi. Visto che si vendono pochi dischi, ho moltiplicato quei pochi per tre. Credo che in questo momento uno possa davvero fare quel che gli pare, tanto non cambia granché. Sono al 26° album: so per certo che non ho fatto un disco da un milione di copie e al tempo so che non scomparirò».

© RIPRODUZIONE RISERVATA