Sabato 06 Giugno 2009
«Luoghi e gente d'Eritrea»
Le foto di Chiodi a Calusco

Per il suo valore simbolico, nel rispetto dei morti ed orgoglio e fiducia nelle nuove generazioni africane. La mostra è un atto d’amore, che vuole accendere i riflettori su un’Africa martoriata, stimolando momenti di riflessione non solo religiosa. E’ il tintinnare del sistro (tzenetzil) che deve svegliare il mondo dal letargo. I defterà, maestri del canto liturgico intanto accompagnano i riti con i loro tamburi cubarò. Le donne avvolte nei bianchi veli si recano in chiesa alle cinque del mattino I copti pregano circa sette volte ai giorno. La liturgia ricca di processioni, musiche e danze è un coacervo di antichi riti egizi a cui si affiancano pratiche religiose in atto dai tempi di Costantino, influenze islamiche, atti cari all’ebraismo ed al cristianesimo. La lingua di canti e funzioni è l’antico ghe’ez. Sostenute dalle mani dei monaci brillano le grandi croci romboidali filigranate mentre i preti anziani si appoggiano ai maqwomia, lunghi bastoni che raccontano meravigliose storie di strade e vite. A poca distanza i musulmani corrono in moschea in un clima di serena convivenza. Su tutto brilla la luce africana capace di scolpire luoghi e volti come in nessun altra parte del mondo, anche alle splendide isole Dahlak.
e.roncalli
© riproduzione riservata