Milano, nel Duomo affollato
i funerali di Alda Merini

Sono stati celebrati nel Duomo di Milano i funerali di Alda Merini, la poetessa scomparsa il 1° novembre scorso a 78 anni per un tumore osseo. La Messa è stata celebrata dal vescovo Franco Giulio Brambilla, vicario episcopale del cardinale Dionigi Tettamanzi per la cultura.

Il feretro è giunto in Duomo intorno alle 13.45, quando la cattedrale era già gremita da tantissimi milanesi. In prima fila il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il sindaco di Milano Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà, il prefetto Gian Valerio Lombardi.

Fra il pubblico intellettuali, artisti, musicisti e rappresentanti del mondo editoriale che nel corso degli ultimi quattro decenni hanno apprezzato l'opera o hanno collaborato con la poetessa, considerata una delle più importanti esponenti del mondo culturale milanese.

Tra i volti più noti Milva, Valentina Cortese e Rosalina Neri. Fino a mezzogiorno di oggi, sono stati migliaia i milanesi che si sono recati a portare il loro saluto alla camera ardente allestita a Palazzo Marino e a stringere le mani alle figlie della poetessa, Barbara, Emanuela, Simona e Flavia raccolte intorno al feretro di legno scuro coperto di fiori.

Con Alda merini, L'Eco di Bergamo ha avuto negli anni un rapporto particolare, fatto di stima e collaborazione. Sul nostro giornale sono state pubblicate, spesso in concomitanza con le festività, tante poesie che la poetessa ha voluto regalare al nostro giornale. Alda Merini era stata varie volte nella nostra città: incontri sulla poesia, soprattutto, ma anche, nel 2008, con i seminaristi del Seminario vescovile.

I suoi scritti erano e sono amati ed apprezzati: i suoi appuntamenti orobici sono sempre stati un successo di pubblico. La conferma della sua morte si è avuta da un comunicato dell'ospedale San Paolo, dove era ricoverata nel reparto di oncologia.

La biografia
Alda Merini nasce a Milano il 21 marzo 1931. Spinta da Giacinto Spagnoletti, suo vero scopritore, esordisce come autrice alla tenera età di quindici anni. Spagnoletti sarà il primo a pubblicare un suo lavoro, nel 1950: nella "Antologia della poesia italiana 1909-1949" compaiono le sue poesie "Il gobbo" e "Luce". Nel 1947 incontra quelle che definirà come "prime ombre della sua mente": viene internata per un mese all'ospedale psichiatrico di Villa Turno.

Nel 1951, anche su suggerimento di Eugenio Montale, l'editore Scheiwiller stampa due poesie inedite di Alda Merini in "Poetesse del Novecento". In questo periodo frequenta per interesse di lavoro ma anche per amicizia Salvatore Quasimodo. Sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, nel 1953.

Esce poi il primo volume di versi intitolato "La presenza di Orfeo". Due anni dopo publica "Nozze Romane" e "Paura di Dio". Sempre nel 1955 nasce la primogenita Emanuela: al medico pediatra dedica la raccolta "Tu sei Pietro" (pubblicata nel 1961).

La poetessa inizia poi un triste periodo di silenzio e di isolamento: viene internata al "Paolo Pini" fino al 1972, periodo durante il quale non manca comunque di tornare in famiglia, e durante il quale nascono altri tre figli.

Dopo alternati periodi di salute e malattia, che durano fino al 1979, la Merini torna a scrivere; lo fa con testi intensi e drammatici che raccontano le sue sconvolgenti esperienze al manicomio. I testi sono raccolti in "La Terra Santa", pubblicato da Vanni Scheiwiller nel 1984. Nel 1981 muore il marito e, rimasta sola, la Merini dà in affitto una camera della sua abitazione al pittore Charles; inizia a comunicare telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato numerosi apprezzamenti sui suoi lavori.

I due si sposano nel 1983: Alda si trasferisce a Taranto dove rimarrà tre anni. In questi anni scrive le venti "poesie-ritratti" de "La gazza ladra" (1985) oltre ad alcuni testi per il marito. A Taranto porta a termine anche "L'altra verità. Diario di una diversa", suo primo libro in prosa. Dopo aver nuovamente sperimentato gli orrori del manicomio, questa volta a Taranto, torna a Milano nel 1986: si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedicherà più di un lavoro.

Negli anni, diverse pubblicazioni consolideranno il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice. Nel 1993 riceve il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, come altri grandi letterati contemporanei prima di lei, tra i quali Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini. Nel 1996 le viene assegnato il "Premio Viareggio" per il volume "La vita facile"; l'anno seguente riceve il "Premio Procida-Elsa Morante".

© RIPRODUZIONE RISERVATA