Ada Garrone all’ex Ateneo

«La luce è speranza - La speranza è luce»: questo potrebbe essere il titolo della personale che la pittrice Ada Garrone presenta presso l’ex Ateneo in Città Alta, Piazza Duomo. In questo ipotetico titolo si concretizza infatti tutta la concettualità pittorica dell’artista concittadina la quale, come i pittori di sempre, considera la luce come elemento fondamentale di ogni dipinto perché un quadro più che essere illuminato, è esso stesso che deve illuminare.

Ma per Ada Garrone l’elemento «luce», sul quale all’apparenza sembra soffermarsi unicamente la sua attenzione, diviene autentico «messaggio» di un ideale che noi tutti vogliamo in continuazione raggiungere e realizzare, l’ideale della speranza. Ed è in tale contesto che i baglioni fulgidissimi della luce nelle sue più variegate tonalità (un vero arcobaleno di colori dal bianco al giallo, dall’azzurro al bleu) si frammischiano ai cromatismi dei verdi nelle gamme dalle più delicate alle più intense allo scopo di ottenere proprio in queste vibrazioni una emotività che per davvero apra il cuore alla speranza. È la natura intera, nella rievocazione di recondite pianure e di sopiti ricordi sempre presenti, che Ada Garrone inserisce nel rosso della passione e del dolore per aprire il cuore e lo spirito agli sconfinati orizzonti d’una speranza per la quale l’uomo vive e nella quale si immerge.

È una pittura, questa di Ada Garrone, che definitivamente si traduce in quel «messaggio» di cui si diceva e che costituisce la vera concettualità di una ricerca artistica oltremodo valida e preziosa. Nulla di improvvisato, quindi, nelle opere di questa brava pittrice che giunge a traguardi non facili, come si può notare, e che sono l’espressione di una maturità raggiunta attraverso una esperienza ormai collaudata e che garantisce ancor più prestigiosi futuri traguardi.

Informazioni utili

Durata della mostra: fino al 4 aprile. Orari: tutti i giorni dalle 15,30 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Sala ex Ateneo, Piazza Duomo, Bergamo.

Lino Lazzari

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