Addio al duca bianco - foto e video
Teo Mangione: «Bowie, genio ribelle»

David Bowie è «morto oggi pacificamente sostenuto dalla sia famiglia dopo 18 mesi di battaglia contro il cancro». Aveva compiuto gli anni tre giorni fa, l’8 gennaio.

Lo ha annunciato la famiglia della grande rockstar britannica sull’account Twitter ufficiale dell’artista.

Bowie aveva 69 anni. La famiglia chiede di «rispettare la sua privacy». A metà novembre scorso l’ultimo album «Blackstar», con l’omonimo singolo, ma anche «Lazarus».

Musicista e cantante, ma anche attore, ha segnato la cultura musicale internazionale . Famoso per i suoi camaleontici look, per la sua classe e quell’eleganza che lo distingueva da tutti.

Attivo dalla metà degli anni Sessanta, Bowie ha attraversato cinque decenni di musica rock, reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando alter ego come Ziggy Stardust, Halloween Jack, Nathan Adler e The Thin White Duke (noto in Italia come il «Duca Bianco»). Dal folk acustico all’elettronica, passando attraverso il rock, il soul e il krautrock, David Bowie ha lasciato tracce che hanno influenzato molti artisti. E come non ricordarlo nella sua interpretazione «magica» in Labyrinth?

Fu soprannominato «Il marziano» per una delle sue canzoni più famose, «Life on Mars», tra l’altro nella colonna sonora di «The Marsian», pellicola pluripremiata ai Golden Globe appena assegnati.

Per molti sarebbe stato il giusto e degno successore di Freddy Mercury nei Queen, soprattutto dopo la sua celebre esibizione di «Under Pressure».

«C’è un aneddoto di quando iniziò la sua carriera - ricorda Teo Mangione, direttore artistico di Radio Alta -. Uscì nel 1973 Rebel Rebel, il produttore chiese a David che la canzone avesse un incipit forte come il giro della più famosa “I can’t get no, satisfaction” dei Rolling Stones. Lui il disco lo fece, ma non sfondò, ma quando la presentò a “Top of the Pops” apparve con i capelli color arancione: fu un’esplosione gigantesca, il disco balzò al numero uno, diavolo di un David, genio ribelle. La canzone fu pubblicata nel ’73, ma nove mesi dopo presentata nel febbraio 1974 con quel look pazzesco entrò in classifica».

Ma la carriera di Bowie è correlata da autentici capolavori, come «Starman».

O la struggente «Ashes to ashes», forse la più bella per questo addio.

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