Alberto King Carrara, 35 anni alla consolle

Anno 1984. Maradona arriva al Napoli. Paola Magoni vince alle Olimpiadi di Sarajevo. Al cinema c’è «Terminator» e Schwarzenegger diventa una star. Sono anni colorati gli Anni Ottanta. Blu elettrico, fucsia e giallo in tutti i capi d’abbigliamento perché l’importante è risaltare. E saltare al ritmo della dance. E che dance. Un bergamasco fa ammattire folle oceaniche: Alberto King Carrara con «Shine on dance» starvince il Festivalbar, facendo dimenticare il tormentone «People from Ibiza» di Sandy Marton.
Sono trascorsi 23 anni dal successo di «Shine on dance», ma in questi giorni Alberto Carrara ha tagliato un altro traguardo, quello dei 35 anni di carriera, festeggiati in una discoteca milanese.
Su Yahoo girano sondaggi che chiedono: «Se vi piacesse il genere anni 80 cosa mettereste nel lettore mp3?». Carrara è nei primi dieci dischi. Il vinile di «Shine on dance» è un pezzo da collezione conteso all’asta di Ebay. Per non parlare poi dei blog e dei forum dove il nome di Carrara spunta in mezzo a quello di altri big. Oppure di YouTube per scaricare «Shine on dance» o vedere le interviste a King Cararra.
Oggi il bergamasco non ha più la folta chioma di una volta, ma se lo metti alla consolle è capace di saltellare come faceva sul palco del Festivalbar. Ottimismo e grande verve. Nel salone di casa si mette davanti al suo Hammond e inizia a suonare. «Questo Hammond è un pezzo da museo – dice Carrara -, l’ho preso ad un’asta in America. Era di Jimmy Smith, un mito».
Ma veniamo all’anniversario: 35 anni sono volati via?
Sono stati intensi. La mia storia musicale inizia nei primi anni ’70 con I raminghi suonando l’organo Hammond e le tastiere.
Il talento musicale si è subito notato?
Forse sì, anche se sono sempre stato un musicista autodidatta.
Nel 1975 arriva il cambio artistico.
Sono passato dalle tastiere alla consolle di una discoteca di Bergamo, il Tantalo. Ero proprio agli inizi della carriera di dj.
Una fortunata carriera che ti porterà ad essere uno tra i dj più richiesti. Non è vero?
Importante è stata l’esperienza del 1975 nel gruppo fondatore di Radio Rtl che aveva una sede in Città Alta. Ho inventato lì il primo programma da discoteca completamente mixato in diretta, che poi oggi è riproposto da tutte le radio nazionali con il nome di megamix.
E sei subito diventato un punto riferimento?
Mi ha notato Benvenuto Maffioletti patron del Bobadilla, una delle discoteche più prestigiose d’Italia. A 16 anni ero già un dj affermato e conosciuto
Il successo arriva poco dopo.
Nel 1983 ho lasciato la discoteca Bobadilla per cercare spazio come musicista e creatore di musica dance. E’ stata la svolta che cercavo.
Come andò esattamente?
Un giorno ho accompagnato Red Canzian, bassista dei Pooh, in sala d’incisione. Durante una pausa ho fatto ascoltare al tecnico del suono della sala di incisione un mio pezzo di prova che avevo registrato su una cassetta. Lui lo ascolta e mi dice: questo lo facciamo subito e lì sono nato come artista.
Il primo 45 giri, Disco King del 1983, è stato subito un exploit.
E’ entrato nelle hit parade di tutta Europa ed è stato tra i più ballati in discoteca. Ma la storia doveva proseguire. Mi sono messo al pianoforte e ho cominciato a scrivere canzoni . Disco King è stata una prova, una premessa, il brano della maturità non è tardato comunque a venire.
Quindi King Carrara sforna Shine on dance.
Esatto, era il 1984. Ho partecipato al Festivalbar e sono arrivato in finale vincendo insieme a Gianna Nannini.
Il sogno si avvera e per Carrara arrivano serate in tutta Europa, dove il bergamasco porta il marchio della Italian Dance. Partecipa ancora a quattro Festivalbar (nell’86 a Bergamo) condotto da Vittorio Salvetti, vende oltre 3 milioni di dischi, si aggiudica dischi d’oro in tutta Europa. E’ ospite in tv e nei locali. Qualche scorribanda con Eros Ramazzotti a Bergamo (entrambi lavoravano per la casa discografica D.D.D.). Dove ci Scotti, Fiorello, Carol Alt, per fare qualche nome, c’è anche Carrara. E poi?
«Ogni frutto ha il suo tempo - conclude Carrara -. E’ cambiata la moda musicale e ho capito che era meglio rimanere nel mondo della discoteca come dj ed è ciò che ho fatto e sto facendo». Da 35 anni. La passione continua (foto Thomas Magni).(10/04/2007)

© RIPRODUZIONE RISERVATA