Camillo Campana, energia allo stato puro

Camillo Campana, energia allo stato puroEnergia allo stato puro, scaricata direttamente sulla tela attraverso gesti vigorosi e rapide sciabolate di luce e colore: a 10 anni dalla morte di Camillo Campana (1922-1994), con la retrospettiva inaugurata mercoledì sera nella splendida cornice dell’ex Chiesa di S. Agostino in Città Alta, Bergamo rende finalmente un omaggio doveroso (in mostra fino al 29 giugno) ad uno degli artisti che fu tra i più aggiornati e innovativi del panorama artistico locale.

Tutti ricordano Camillo Campana, i colleghi ancora lo stimano e lo apprezzano e a testimonianza di un percorso artistico personale e significativo sono rimaste centinaia di opere: eppure la mostra curata da Luciano Caramel ha tutto il sapore della «scoperta».

L’opera di Campana infatti è ancora poco conosciuta e, nonostante il suo spessore, attendeva da anni un’adeguata analisi critica. «Di tanta trascuratezza - scrive il prof. Caramel nel bel catalogo edito da Charta - la causa è, in parte almeno, lo stesso Campana. Non solo per il ritardo nel presentarsi con mostre personali e per la loro estrema rarità, ma per la sua schiva riservatezza, per la volontà di non esporsi, tanto forte quanto lo era, invece, il desiderio di conoscere gli altri... "Segreto" nella sua esperienza creativa, Campana era attentissimo a quanto avveniva attorno a lui nel campo dell’arte».

Attraverso la selezione di un centinaio di opere, dal 1951 al 1993, la mostra ci racconta un percorso artistico complesso, segnato da continui mutamenti e sperimentazioni che restituiscono non il profilo di un artista «eclettico» ma di un pittore che, per dirla con Caramel, «modula per decenni la sua pittura attraverso una tensione diversa», interpretando con sorprendente autonomia le sollecitazioni della cultura artistica della seconda metà del Novecento, dall’Informale europeo all’Action Painting americana : dalla difficoltà di esplorare le prima produzione figurativa, in gran parte distrutta nel 1958 dallo stesso Campana, alla tematica esistenziale declinata con forza espressionista negli anni ’50 fino alla scelta astratta e cromaticamente brillante degli anni ’70 e al confronto, negli ultimi anni di vita, con le nuove tecnologie.

Ad un itinerario articolato si accompagna la feconda sperimentazione di tecniche e materiali, dalle materie plastiche al collage, dalle composizioni in sottile tubolare al neon al computer. Variano le forme e gli spazi ma a restare costante è il suo «fare» artistico, il suo gesto liberato istantaneamente sulla tela in veri e propri fendenti di colore brillante e luminosissimo, oppure in un esplosione brulicante di segni e grovigli o, ancora, in un mondo fantastico di forme e traiettorie che irradiano vitali fluorescenze. Gesto, segno, colore e movimento: sono questi gli ingredienti più coinvolgenti di quei quadri che lo stesso Campana chiamava "energie", veri e propri "campi" di forze ed emozioni liberate d’istinto sulla tela prima che la razionalità possa intervenire a congelarle.

(30/05/2003)

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