Cosmogonia, il ritorno di Mimmo Roselli a Bergamo

Cosmogonia, il ritorno di Mimmo Roselli a BergamoDopo dieci anni Mimmo Roselli, artista romano che vive a Bagno a Ripoli (Firenze), ritorna a Bergamo per raccontare la sua concezione del mondo: si inaugura l’11 aprile nell’ex chiesa di S. Agostino in Città Alta la mostra «Cosmogonia», curata da Maria Cristina Rodeschini e organizzata dalla Gamec in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo e il Kunstverein di Heidelberg.

Il primo incontro della città con la raffinatissima ricerca che l’artista porta avanti con grande coerenza espressiva, è avvenuto nel 1992 con il «Progetto Ottovolante», prima ricognizione della Gamec sul territorio artistico della contemporaneità.

Da allora la ricerca di Roselli non ha mai smesso di esplorare il concetto di confine, di «borderline», che lo ha portato alla riflessione sui temi della marginalità sociale e alla ricerca di confronti internazionali, con mete anche culturalmente lontane, dai ricoveri per anziani alla Bolivia, fino alle Favelas brasiliane.

E’ naturale che per il pittore anche le origini del mondo siano un momento e uno spazio dove sono aboliti i confini tra cielo e terra come tra intelletto e manualità. Il progetto si articolerà dunque non in sezioni ma in «tempi/luoghi»: all’interno della chiesa il fuoco, l’alba del mondo, le parti della terra, i prodotti possibili e all’esterno «round», tempo/luogo dei canti, capaci di scandire da sempre il ritmo del mondo.

La formazione del mondo sarà così raccontata attraverso le forme privilegiate da Roselli quali il quadrato, unità di misura agraria e matematica ma anche luogo del vivere dell’uomo e dell’abitare, e il triangolo, simbolo del contatto, dello scambio culturale e sentimentale tra gli uomini. Infine quella vera e propria «cifra» stilistica della poetica di Roselli che è il segno, traccia sensibilissima e filiforme che solca la superficie di una tela, una pietra, un muro disegnando itinerari tra presenza e memoria. Le opere di Roselli sono paesaggi, grandi spazi percorsi da tracce umane e da sottili vibrazioni cromatiche e luminose, più da pensare e da percepire che da vedere.

(10/04/2003)

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