Donata alla Gamec la collezione Stucchi

Da Burri a Fautrier, da Tancredi a Hartung, da Sironi a Music: la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea arricchisce il proprio patrimonio di uno straordinario nucleo di opere di maestri italiani e stranieri del Novecento, grazie alla volontà di Gianfranco Stucch, nato a Zogno nel 1914, otorinolaringoiatra e uno dei primi chirurghi plastici italiani, di donare al museo cittadino la selezionatissima raccolta che ha costruito nel corso di una vita, condividendo la sua passione collezionistica con la moglie Marta Trezzi.

La raccolta comprende 18 opere di un ventennio decisivo della storia dell’arte italiana ed europea: quegli anni Cinquanta e Sessanta del ’900 caratterizzati dall’esplosione dell’arte «non figurativa» nelle diverse formulazioni astratte e informali. Ad aprire idealmente, e anche cronologicamente, la collezione sono Filippo De Pisis e Mario Sironi, veri punti di riferimento della modernità. L’itinerario tra i maestri italiani prosegue con opere di Atanasio Soldati, Alberto Magnelli e Luigi Veronesi, per passare poi a uno dei primi «Catrami» di Burri (1950), al lavoro di Tancredi e alla raffinatissima «Suite byzantine» del goriziano Anton Zoran Music. Tra gli stranieri vi sono opere del parigino Jean Fautrier, maestro indiscusso dell’informale europeo, del tedesco Hans Hartung; dallo spagnolo Luis Feito, del francese di origine svizzera Gèrard Schneider e dei britannici Ben Nicholson e Victor Pasmore. Arturo Bonfanti è l’unico bergamasco presente nella raccolta.

La raccolta di Gianfranco Stucchi sarà presentata integralmente al pubblico alla fine del mese di marzo nello spazio ParolaImmagine della Gamec, in contemporanea con l’inaugurazione della grande mostra dedicata ad Alighiero Boetti.

(15/01/2004)

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