Ecologia e infanzie dorate per il sabato sera teatrale

Se si dovesse cercare un filo conduttore, nelle proposte teatrali di stasera, questo sarebbe la ricerca di consapevolezza. Consapevolezza di sé e della propria storia, sia individuale che collettiva: questo è il motivo sotteso a «L’età dell’oro» in scena al Teatro San Filippo Neri di Nembro, con Laura Curino (ore 20.45, ingresso euro 15/13, info: www.teatronembro.it, tel. 035/470020).

E consapevolezza dell’ambiente che si vive e si sfrutta, e delle proprie responsabilità: su questo lavora «Dez incredibol» di Erbamil, all’auditorium comunale di Ponteranica (ore 21, euro 9/7,5, www.erbamil.it, tel. 035/573876).

Sono - è ovvio - spettacoli diversissimi fra loro. Sono frutto di poetiche, tecniche, stili, esperienze professionali del tutto differenti. E tuttavia perseguono lo stesso scopo: renderci più coscienti di chi siamo e cosa facciamo, con un linguaggio chiaro, leggero e attraente.È un’idea di teatro impegnato senza birignao, che diverte e intanto informa, che non alza la voce e non si straccia le vesti. Che non pretende di cambiare la testa del pubblico, ma gli propone di accompagnarlo per un po’, e di dividere insieme il cammino. È un’idea che rappresenta, forse, l’acquisizione etica più importante del teatro degli ultimi vent’anni, e che ha restituito alla scena un ruolo sociale e politico altrimenti negato.

«L’età dell’oro» - che il pubblico bergamasco ricorderà per averlo visto un paio d’anni fa negli «Altri percorsi» del Teatro Donizetti - è la storia del territorio di Valenza Po. Ma è anche la storia del boom economico, di quei due decenni in cui l’Italia contadina distrutta dalla guerra divenne una potenza economica. Ed è la vicenda di un gruppo di bambini che trascorre l’estate in campagna, che si incontra e scontra durante le vacanze, mentre tutto, intorno a loro, inizia a cambiare. Il titolo allude non solo al «distretto dell’oro» di Valenza Po, ma anche all’infanzia e al calore famigliare. Una particolarità: la Curino, una delle «madri» del teatro di narrazione, fondatrice di Teatro Settimo e vincitrice fra l’altro di un Premio della Critica, è qui affiancata da due collaboratrici inconsuete: Michela Marelli per il testo e Serena Sinigaglia alla regia, brave e giovani.

Per quanto riguarda «Dez Incredibol», il regista Fabio Comana, anche interprete con Michele Eynard e Federica Molteni, ne ha fatto un’ironica conferenza-spettacolo. Temi serissimi, come l’ecosistema e la biodiversità, sono affrontati in chiave comica ma non futile. È un’interessante linea «ecologista» che accomuna molti lavori di Erbamil, dall’«antico» «Vuoti a rendere» a «Rifiuti umani», da «Decibil» a «Amare acque dolci».

(04/12/2004)

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