Il Barbiere di Siviglia, ultimo appuntamento con la lirica

Ultimo appuntamento con la stagione lirica al teatro Donizetti. In cartellone per domenica 7 dicembre alle 15.30 c’è «Il Barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini. L’opera sarà replicata lunedì 8 dicembre alle 20.30.Realizzata in coproduzione con i teatri «Ponchielli» di Cremona, Sociale di Como - As.Li.Co, Grande di Brescia, Fraschini di Pavia e in collaborazione con il teatro «Fraschini» di Pavia, l’opera porta la regia di Filippo Crivelli. Sul podio, a dirigere l’Orchestra Lirica I Pomeriggi Musicali di Milano e il Coro As.Li.Co del Circuito lirico Lombardo, il maestro Maurizio Barbacini.Tra i nomi di prestigio su cui ruota il Barbiere di Siviglia ci sono anche due bergamaschi. Si tratta del regista Francesco Micheli, che ha ripreso lo spettacolo e, nei panni di Basilio, il basso Andrea Patucelli, che gode di buone critiche. Micheli dichiara la propria soddisfazione e il proprio compiacimento per aver potuto lavorare allo spettacolo di un caposcuola formidabile come Filippo Crivelli.

Il Barbiere di Siviglia, dramma comico in due atti, su libretto di Cesare Sterbini, è considerata la più grande opera buffa italiana (il manoscritto autografo è conservato nel Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna). Rossini la musicò nel 1816 e la scrisse velocemente: in meno di un mese Rossini aveva musicato "Il Barbiere di Siviglia". Ma l’opera alla sua prima rappresentazione - il 20 febbraio 1816 al teatro Argentina di Roma - fu un fiasco strepitoso. Perché? Perché il giovane Rossini, per la critica (e il pubblico) del tempo, con "Il barbiere di Siviglia" aveva osato sfidare il grande Paisiello mettendo in scena, mentre era ancora vivo il compositore napoletano, un’opera che lo stesso aveva già musicato. Il confronto con Paisiello era temuto così tanto da Rossini che nel libretto fu pubblicato un "avvertimento al pubblico" in cui si affermava che Rossini per "non incorrere nella taccia d’una temeraria rivalità con l’immortale autore che l’ha preceduto ha espressamente richiesto che il Barbiere di Siviglia fosse di nuovo interamente versificato e che vi fossero aggiunte nuove situazioni di pezzi musicali". Ma la prima , appunto, non fu un successo.

La trama

Verso l’alba in una piazza di Siviglia, dove sorge la casa di don Bartolo, si raduna un gruppo di suonatori condotti da Fiorello, servitore del conte di Almaviva. Il conte è lì per cantare una serenata alla bella Rosina, pupilla di Bartolo, ma non avendo ottenuto risposta congeda i suonatori, quando giunge l’intraprendente Figaro, barbiere e factotum della città. Figaro spiega al conte che Bartolo è suo cliente ed è il tutore, non il padre, della ragazza. Rosina si affaccia per gettare un biglietto allo sconosciuto corteggiatore ma Bartolo, notandone il comportamento circospetto si insospettisce e decide di dar corso al suo progetto di sposarla per assicurarsene la ricca dote. Accompagnato alla chitarra da Figaro, Almaviva risponde alle domande di Rosina con un’altra serenata dichiarando di chiamarsi Lindoro e di essere povero. Ma il conte vorrebbe incontrarla e non sa come fare.

L’astuzia di Figaro, esaltata dalla prospettiva di una ricca ricompensa, escogita un piano: Almaviva fingerà di appartenere al reggimento appena giunto in città. Intanto Rosina, elettrizzata dalle parole di Lindoro, immagina che il tutore la ostacolerà in ogni modo e così attraverso Figaro, arrivato da lei per sondare i suoi sentimenti, farà giungere un messaggio al giovane Lindoro. Il loro dialogo è però interrotto da Bartolo: con lui c’è don Basilio, maestro di canto di Rosina, che gli riferisce della presenza in città del conte di Almaviva che ama la ragazza. Preoccupato Bartolo prepara con don Basilio il suo contratto di nozze con Rosina. Figaro riesce a parlare con Rosina, le conferma che Lindoro l’ama e suggerisce di rispondere con un biglietto e lei non si fa attendere. Rientrando don Bartolo è sospettoso e vuole sapere cosa sta succedendo. In quel momento arriva Almaviva che, travestito da soldato e fingendosi ubriaco, si presenta con il biglietto d’alloggio mentre Bartolo a sua volta risponde con un documento che lo esenta dall’offrire ospitalità ai militari. Almaviva approfitta della confusione per passare un biglietto a Rosina. Intanto sono accorsi Basilio, la domestica Berta e Figaro avvertendo che il gran chiasso ha attirato la folla sulla piazza tanto che arrivano le guardie per arrestarlo. Ma Lindoro-Almaviva rivela la sua identità lasciando tutti stupiti.

Mentre Bartolo riflette su quanto è accaduto, il conte, travestito, si ripresenta a casa sua spacciandosi per don Alonso, maestro di musica inviato dal malato don Basilio per sostituirlo. Per vincere i sospetti di Bartolo gli consegna il biglietto scritto da Rosina sostenendo di averlo trovato nella locanda del conte e suggerisce che potrebbe mostralo alla ragazza, dicendole di averlo avuto da un’amante del conte per provarle che Almaviva si prende gioco di lei. Bartolo consente che la lezione di musica abbia luogo. Arriva Basilio che spiega di non aver mai visto don Alonso: i due cercano di accorciare i tempi delle nozze tanto che Bartolo mostra a Rosina il biglietto ricevuto da don Alonso e la convince che Lindoro è un impostore, inviato da Almaviva. Rosina, per ripicca, accetta di sposare l’anziano tutore e gli rivela il piano concordato con Figaro per fuggire a mezzanotte. Don Bartolo si allontana per chiamare i gendarmi e far arrestare Figaro e Lindoro che riescono però ad entrare dal balcone e chiariscono l’equivoco con Rosina: Lindoro altro non è che il conte di Almaviva.

I due innamorati cercano di scappare ma nel frattempo arrivano anche Basilio e il notaio che avrebbe dovuto certificare le nozze tra Bartolo e Rosina. Il primo viene distratto con un anello prezioso e l’altro è convinto da Figaro a ratificare le nozze tra i due giovani. Bartolo arriva troppo tardi: il conte gli esibisce il contratto nuziale e per tranquilizzarlo gli garantisce che potrà tenersi la dote della ragazza. Bartolo alla fine si rassegna e tutti esultano per il lieto fine.

Informazioni utili

Nell’ambito dell’iniziativa «I Caffè a teatro», gli incontri con gli artisti prima del debutto delle opere, sabato 6 dicembre alle 18 al Caffè Donizetti si terrà una conferenza dedicata a «Il barbiere di Siviglia». Relatore Paolo Fabbri. L’ingresso è libero.

I biglietti saranno messi in vendita alla biglietteria del teatro sabato 6 dicembre dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 20.30; domenica 7 dicembre dalle 14 alle 15.30; lunedì 8 dicembre dalle 13 alle 20.30.

Costo dei biglietti: da 17 euro per la seconda galleria a 23 euro per la prima galleria; da 46 euro per platea secondo settore e palchi terza fila a 55 euro per platea primo settore, palchi prima e seconda fila.(03/12/2003)

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