Il Goppino, dall’oblìo alla cittadinanza onoraria
Ora Zanica tenta la carta del rilancio

Con i suoi tre grossi gozzi che lo rendono inconfondibile, è il personaggio che rappresenta il bergamasco doc. Eppure, nel paese che secondo tradizione gli diede i natali, Zanica, Gioppino è visto da molti come una figura non proprio simpatica, addirittura con una connotazione negativa: il detto comune «fa mia ol giupì» sta infatti a significare di non fare lo stupido. Questo nonostante il fatto che la tradizione ne esalti la saggezza popolare e compaia nelle rappresentazioni del folclore orobico, dal gruppo «I Gioppini» ai cortei del Ducato di piazza Pontida. A Zanica poco o nulla oggi ricorda questa figura: non una lapide, una via o una piazza. Porta il suo nome una compagnia teatrale, oltre a una gelateria.Ma per Gioppino sembra arrivato il tempo della rivincita: un gruppo di cittadini zanichesi, legati al mondo del teatro, del folclore, dell’arte, dell’artigianato e del collezionismo, ha deciso di costituire un’associazione, in sinergia con l’assessorato alla Cultura, per rivalutare in grande stile la figura del «Giupì», dando il via a un progetto di valorizzazione e promozione del personaggio, della cultura e tradizione storica e popolare che lo circonda. Un progetto ambizioso, che va dalla toponomastica (con la riscoperta degli antichi nomi delle vie) all’organizzazione di festival e rassegne teatrali, di burattini e di poesia in vernacolo, ai gemellaggi, fino ad arrivare alla creazione di un marchio registrato del Gioppino, un logo che identifichi i prodotti di pasticcieri, panificatori, gelatai, aziende agricole del territorio, che saranno coinvolti direttamente nell’iniziativa.A oggi il gruppo di lavoro (che sta elaborando uno statuto per potersi poi costituire in associazione) è formato da Gian Maria Salvetti, Romano Mosconi, Ilario Arzuffi, Fabrizio Dettamanti e Luciano Vezzali (rispettivamente regista e direttore artistico del Teatro del Gioppino), Giorgio e Danilo Mori, Maurizio Cassarà, Luigimaurizio Assolari, i fratelli Cristini, Tullio Seroldi, Bruno Benini e il burattinaio Mario Terzi. «È il primo tentativo strutturato di riscoperta e valorizzazione di questa figura della tradizione – spiega l’assessore alla Cultura Bruno Brolis – anche se sono molti anni che questa idea circolava in paese. Non è stato difficile trovare il consenso e la disponibilità degli stessi cittadini ad essere parte attiva del progetto. Zanica ha un grosso patrimonio culturale che è rimasto sopito ingiustamente per molto tempo ed ora si vuole rilanciare. Inoltre, questa iniziativa va nella direzione di incentivare il turismo e avere un ritorno per l’economia locale, dai commercianti agli artigiani». Tra le iniziative, l’idea di affiancare ai nomi di vie e rioni del paese la loro antica denominazione in dialetto (come Brusapadela, Filù, Ocot, Put volt) con formelle dipinte sullo stile degli Azurejos spagnoli, rievocative della figura del Gioppino. O, ancora, la creazione di murales e tromp-d’oil. E poi festival e rassegne in piazze e giardini di Zanica, gemellaggi con paesi che hanno dato i natali a personaggi o a maschere della commedia dell’arte e del teatro popolare, fino al restauro di una delle case che secondo la credenza popolare è stata del Gioppino, in via Padre Davide e Palestro, da destinare a museo. L’altra è in via Libertà, lungo l’ex statale per Crema.«Siamo in contatto con commercianti e aziende agricole – spiegano all’associazione – per arrivare a realizzare il pane, il formaggio, il gelato, il vino e il dolce che portino il marchio di riconoscimento del Gioppino, che verrà registrato. E poi gadget, idee regalo e altre iniziative a sostegno di botteghe, locande e artigiani. Siamo solo all’inizio, e il lavoro da fare è molto, però l’entusiasmo con cui ci siamo buttati in questo progetto è tanto». Il gruppo ha già realizzato un giornalino, «Ol Giopì de Sanga», che viene distribuito alle famiglie con poesie, detti, curiosità legate alla storia di Zanica e del Gioppino, con tutti gli aggiornamenti sul progetto(01/10/2008)

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