Lab 80 riporta Fellini al cinema

Torna il cinema di Federico Fellini. Grazie a un omaggio che Lab 80, in collaborazione e con il sostegno del Settore cultura del Comune di Bergamo, organizza all’Auditorium di piazza della Libertà. Cinque i film in programma: Lo sceicco bianco (che apre oggi le proiezioni, 17.30-21), I vitelloni (venerdì 4 febbraio), Giulietta degli spiriti (venerdì 11), La dolce vita (venerdì 18) e Otto e mezzo (venerdì 25 febbraio). L’omaggio è organizzato in collaborazione con il progetto Mediaset-Cinema Forever, che sta restaurando e ristampando appositamente le copie di una serie di film italiani da salvare.

Lo sceicco bianco (1952) è la testimonianza più crudele e più tenera allo stesso tempo di questo scontro (provincia-città), ritratto nei caratteri di Ivan e Wanda in viaggio di nozze a Roma, un viaggio che cambierà molte delle prospettive dei due giovani sposi e minerà alcune delle loro certezze.

Nel successivo I vitelloni , Fellini rende un chiaro omaggio alla sua mai dimenticata vita di provincia. Fotografata attraverso le vite di questi perdigiorno denominati appunto vitelloni. Ragazzotti mai veramente cresciuti che nemmeno la vita, e le sue scadenze ineluttabili, riesce a scuotere dall’atavica routine. Fatta di burle, qualche serata al cinema, le partite al biliardo al bar e le spacconate sulle spiagge d’estate dove collezionare amori impossibili di cui parlare durante il lungo inverno.

Con Giulietta degli spiriti (1965), il cinema di Fellini prosegue quella strada legata a un certo onirismo esplosa con i film precedenti. I fantasmi della sua mente si mescolano alla realtà creando un mondo assolutamente alieno e, insieme, molto reale e aderente a quello che era allora lo stile di vita di una certa borghesia intellettuale dell’epoca. Giulietta degli spiriti è stato il primo film a colori girato da Fellini.

Quando uscì, nel 1960, La dolce vita scatenò tali e tante feroci polemiche, anche contro il suo autore, come forse mai nessun film italiano aveva scatenato. Attaccato duramente alla «prima» milanese dove si scatenò una vera e propria rissa, il film vinse poi la Palma d’oro a Cannes e impose soprattutto all’estero alcuni termini entrati ancora oggi nel gergo cinematografico come «paparazzi». Così come entrerà nella leggenda la memorabile sequenza del bagno nella fontana di Trevi.

Con Otto e mezzo torniamo ancora al cinema nel cinema con la storia (autobiografica) di un regista in crisi che non riesce a concludere un film. La realtà si mescola ai fantasmi personali e questi prendono corpo nella celebre sequenza di carattere circense con la parata di tutti i personaggi al ritmo della famosa marcetta di Nino Rota.

(28/01/2005)

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