«Mishelle di sant’Oliva» per Altri Percorsi

«Mishelle di sant’Oliva» è il titolo in cartellone per la rassegna di Altri Percorsi che andrà in scena alle 20.30 all’Auditorium di piazza della Libertà giovedì 8 marzo. Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia Sud Costa Occidentale in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi, Espace Malraux de Chambery, Drodosera Centrale Fies.

Il testo, la regia, le scene, i costumi portano la firma di Emma Dante. Le luci sono di Irene Maccagnini.
Sul palcoscenico Giorgio Li Bassi (nel ruolo di Gaetano, il padre) e Francesco Guida (Salvatore, il figlio).

I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del teatro Donizetti aperta dal lunedì al sabato dalle 13 alle 20.30. Il 7 e l’8 marzo i biglietti potranno essere acquistati dalle 13 alle 20 alla biglietteria del teatro Donizetti e dalle 20 all’Auditorium.
Costo del biglietto: posto unico 14 euro (più prevendita 10%), ridotto 11 euro (più prevendita 10%), ridotto 6,50 euro (giovanicard, family card).
I biglietti acquistati lo stesso giorno di spettacolo non saranno caricati del diritto di prevendita. 
Un padre e un figlio a confronto. E attorno a loro il fantasma di Mishelle, la moglie-madre, francese e ballerina, partita dieci anni prima alla volta di Parigi lasciando loro, soli, a Palermo. In sottofondo la storia omosessuale di Salvatore che ricerca un ideale legame con la madre, mentre il padre Gaetano lotta con il suo ricordo.

Lo spettacolo, che aveva debuttato nell’estate del 2005 al Festival delle Colline torinesi, è una storia di abbandono: la ballerina Mishelle è fuggita all’Olympia di Parigi lasciando in Sicilia marito e figlio. Il padre vive nel suo ricordo, il figlio è diventato la donna di casa. Lei diventa per loro un mito, ma presto il mito crolla e da ballerina francese si trasforma in prostituta. Ed ora è proprio il figlio – in arte, appunto, Mishelle – ad ancheggiare per le strade del quartiere palermitano di sant’Oliva, con il rossetto e un vestito nero con gli spacchi che gli fascia il corpo strabordante. Emma Dante racconta così gli incubi e le sofferenze chiuse dentro le mura domestiche, il lato oscuro dei rapporti familiari. E’ la tragedia di due uomini che non possono fare a meno l’uno dell’altro ma che continuano a ferirsi perché uno ricorda all’altro la donna – moglie e madre - che non c’è più.    (05/03/2007)

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