Le mostre della settimana

Occasione piuttosto singolare, prende il via dall’incisione l’itinerario nel panorama espositivo bergamasco di questa settimana. Lo Spazio Olim di via Pignolo 9/b propone infatti fino al 1° marzo una serie di incisioni di William Hogarth (Londra 1697 - 1764), uno dei più grandi artisti del Settecento inglese, tra pittura e arte del bulino. Sorprendono i suoi fogli per raffinatezza e minuzia d’esecuzione ma soprattutto per la ricchezza di valori morali e per l’impegno sociale e culturale. L’ignoranza, la superstizione, la riforma delle leggi e dei costumi, i brogli elettorali. Tutte le contraddizioni della Londra del tempo sono nel mirino della sua satira pungente, nascosta tra le pieghe di un’infinita varietà di tipi umani: mogli-streghe, venditori ambulanti, animali, baracconi elettorali, ubriachi, aspiranti libertini e banditi. Ma anche appunti calcografici su «L’Analisi della Bellezza», trattato pubblicato da Hogarth nel 1753 e che divenne lo scritto fondamentale del Rococò, dove la linea serpentina e ondeggiante è l’«intrico che alletta l’occhio e la mente» contrapposto alla simmetria e alla frontalità del Rinascimento.

E’ invece un’indagine sottile e acuta sulla «pittura al femminile» quella che offrono le opere in mostra fino al 1° marzo alla Sala «Virgilio Carbonari» di Seriate. Organizzata dall’Asav e curata da Orietta Pinessi e Flavio Arensi, l’esposizione mette a confronto, la pittura di quattro artiste: due operanti a Bergamo, Sonia Ciscato e Simona Barzaghi, e due venete quali Olimpia Biasi e Graziella Da Gioz. Ad accomunare percorsi assolutamente diversi, è «l’investigazione dei parametri storici, artistici e sociali che hanno caratterizzato e caratterizzano il nostro modo di porsi nei confronti delle donne». Se ciò avviene nei lavori della Ciscato attraverso un’esplorazione, sofferta e impietosa, della corporeità, nelle tecniche miste su carta della Barzaghi il corpo femminile diventa luogo di una tormentata catarsi. Alle visioni rarefatte di acque e di boschi che connotano il paesaggio come mappa di vibrazioni emotive nei pastelli della Da Gioz si affianca la pittura della Biasi dove il tema del viaggio diventa percorso di conoscenza e di ridefinizione della propria identità.

Si chiude il 23 febbraio al Centro Culturale S. Bartolomeo (Largo Belotti 1) la mostra personale di Ginetta Benzoni. Paesaggi bergamaschi, vedute di Venezia, nature morte, fiori e interni, raccontano un percorso pittorico lungo 50 anni, dove l’abilità nel disegno si accompagna a una spiccata sensibilità «atmosferica». Grazie ad essa anche i soggetti più frequentati dall’artista si ripropongono ogni volta in modo diverso grazie ad un sapiente e raffinato dosaggio di gamme cromatiche, a una pennellata morbida e pastosa e soprattutto alla capacità di cogliere la luce diversa di ogni stagione e di ogni ora del giorno.

(20/02/2003)

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